Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/741

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chè, li Ducati 10. francati qui il dì 20. Decembre, per li quali l’Ammi- nistrazione Postale, che subito li inviò, scrive oggi opportunamente. Voi fateli nuovamente ricercare anche colla scorta del consueto rica- pito officiale qui accluso e datemene conto. Ieri ed oggi, Feste precettive, non si è aperto che per momenti l’Uf- ficio Municipale. Domani vedrò come sta l’affare di Sorini, ed egli, prima o dopo, avrà senza meno quanto regolarmente gli compete. Se mai dimenticassi l’ultimazione di questa lieve pendenza ricordatemela, e fratanto ditegli ch’io gli voglio bene ancorché mi facesse la brutta figura del partire e burlarmi in quel modo. Anche qui il freddo si fa sentire straordinariamente. Siamo da alcuni dì sotto neve, ma apprendo dalla vostra che in Roma pure si trema, e che il tanto vantato clima di Roma è dolce quando l’inverno è dolce per tutto. Noi fratanto ci garantiamo coi nostri bravi camini, e costì per non fare torto al clima si battono i denti senza compenso. Il nostro Metastasio è intiero. Ne avevo alcuni Tomi di più che forse diedi al Cav. e forse uno di essi è il settimo da voi veduto. Pietruccio è in collera con voi perchè supponeste scritta da Luigi la lettera che spontaneamente vi scrisse egli col pugno suo. Vorrebbe poi sempre scrivervi, e mi è addosso perchè gli righi la carta, e metta in ordine i suoi sentimenti. Mi dispiacciono assai li vostri geloni, e li credo nati e conservati dalla mancanza del fuoco. Vorrei sperare che guarissero col cessare della tramontana. Tutti vi salutano, e grazie al Signore stiamo bene. Vi abbraccio di cuore e prego il Signore perchè vi benedica. Addio. Il vro aff.mo Padre.

492. Di Pietro Brighenti.
Bologna 9. Gennaro 1823.

Adorato Amico: V’ingannereste a partito, se mai credeste che il mio silenzio fosse nato da un senso di vendetta; e se Io dite per una burla, ve lo perdono, ma se il diceste davvero, me ne mortificherei. Fui e sono occupatissimo, e allorché il freddo incomincia, esso m’ir- rita così i nervi che mi toglie tre quarti del mio vigore, e mi gela tal- mente, e mi avvilisce, che mi obbliga a stare accanto al fuoco dal