Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/790

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sopportare di sottopormi a un privato, fosse pur buono ed umano, che non sarebbe facile a trovarlo tale. Ma, non volendo soggiacere ad un privato, non credo che potrei trovar mezzo d’uscir d’Italia; come adattandomi a questa soggezione, sarebbe facilissimo il conseguirlo. Insomma io t’ubbidisco, e ti ragguaglio lungamente di tutte le cose mie. Ma tu che certo ricusi d’essere superato negli uffici scambievoli dell’amicizia, ti lasci pur vincere in questo, che lad- dove io ti parlo di me quanto tu vuoi, tu non mi parli di te nep- pure quanto si costuma cogli amici più freddi e volgari. Cor- reggi questo difetto, ch’io te ne prego con tutta l’anima, e se puoi, rallegrami, se no, rattristami, che certo o l’uno o l’altro, mi dee seguire dalle tue nuove; ma l’uno o l’altro mi par molto da anteporre all’incertezza. Io t’amo quanto tu sai. Canova e Mai ti salutano caramente. Lascio di scriverti, ma non di pen- sare a te, perchè devi stimare ch’io t’ho sempre nell’animo, e spessissimo nella bocca. Addio caro ed unico amico ed uomo. Addio. Addio.

528. Di Monaldo Leopardi.
Recanati 10 Feb.0 [ma marzo] 1823.

Mio Carmo Figlio Mi è di grandissima pena sentire dalla cara vra in corrente la man- canza di Lettere nre sostenuta da voi per cinque ordinarii continui, la quale non sò immaginare d’onde proceda, poiché, meno il dubbio di un solo ordinario, qui si è scritto sempre, ed io vi scrissi precisami il i.° del mese che corre. Vorrei lusingarmi che la preste non dovesse incontrare una sorte egualm.c trista, e che la mala sorte delle altre fosse puram.e eventuale, giacché è abbastanza singolare per autoriz- zare qualche sospetto. Fio piacere che vi compiaciate nella formazione dell’elenco dei Codici Barberiniani e molto più che abbiate fra essi trovata cosa da recarvi diletto e onore. Supporrei che qualcuno si dasse carico di far stampare l’elenco, e in ordine al codice sconosciuto che state rico-