l’Eminentissimo Sig. Cardinale nell’ultimo colloquio avuto con
S. Ecc. si degnò di assicurarla che i benevoli ufficj fatti da essa
in mio favore, non sarebbero stati privi di effetto. Io parto dun-
que con viva e ferma lusinga fondata sulla magnanima genero-
sità delTEm. Sua, e nel partire raccomando confidentemente
me stesso alla memoria ed alla bontà di V. S. 111. Forse non sarà
qui fuor di luogo, nè parrà grave a V.S. 111. ch’io le significhi
ossequiosamente una circostanza relativa alla Memoria già pre-
sentatale per me, circa i posti di Verificatore del Bollo e Regi-
stro che vacheranno in Ancona e in Rimini alla fine di Giugno
prossimo. E la detta circostanza si è, che la Direzione Gene-
rale de’ Catasti, trovandosi, per non so quali ragioni, poco sod-
disfatta dell’attuale Cancelliere del Censo in Rimini, avrebbe
molto caro che il medesimo fosse trasportato nel posto di Veri-
ficatore del Bollo e Registro, come S. Em. potrà intendere dal
Rmo Mons. Tesoriere, se avrà la degnazione d’interrogarlo in
proposito. E quando fosse volontà dell’Emin. Sua che questo
traslocamento avesse luogo, verrebbe a vacare in Rimini il posto
di Cancelliere del Censo, la qual carica è l’oggetto della Sup-
plica che io ebbi l’onore di umiliare per di Lei mezzo all’Em.
Sua. Prego istantemente V. S. 111. a perdonare la mia importunità,
e rinnovandole l’offerta della mia intera servitù, e le espressioni
della fiducia che ho nel di Lei gentile e benefico animo, con
piena e singolare stima ed ossequio, passo all’onore di segnarmi
Palazzo Mattei ec.
Carissimo Sigi Zio.
O la natura o altra circostanza mi è stata molto avara del
dono della parola, e perciò mi lusingava che per lettera avrei
meglio supplito a qualche parte dell’immenso debito che ho con
Lei. Ora mettendomi a scrivere, resto deluso anche di questa