dolese buon Letterato, e quel che è più galantuomo ebbe Mercoldì
mattina dal S. Padre l’avviso del Cardinalato. Ieri fui a riverirlo, e
lo trovai fuori di se dalla consolazione. Tanto può adunque il zucchetto
rosso? Credo che sarebbe impossibile che noi ne potessimo formare
desiderio.
Addio caro Giacomo amami, e credimi
Il Tuo Aff.mo
G. Melchiorri
563. |
Di Marianna Antici Mattei. |
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Mio caro Nèp.
La vostra gentilezza vi fa rilevare le più piccole inezie non essendo
da rimarcarsi in conto alcuno quella ospitalità, che fra parenti come
siam noi vi si doveva per ogni titolo esercitare, e sempre minore all’af-
fezione, che abbiamo per voi, e per ogni individuo della Vostra Cara
Famiglia.
Mi compiaccio di sentirvi giunto costì felicemente, e che conser-
viate quel buon aspetto che avevate acquistato in Roma. Sappiate con-
servarvelo col fare ogni giorno del moto essendo la ginnastica molto
proficua per conservarsi in buona salute. Dite a Paolina che la sua let-
tera graziosa scritta a Giovannina, ci ha fatto molto ridere, e che avrei
voluto esserle vicino quella sera per rasciugare le sue lacrime; consola-
tela voi per me, che ne saprete trovar meglio il modo: salutate tanto
Carlo, e ditegli, che la pettinatura alla greca è fuor di moda perciò
glie lo avverto per sua regola. Ai Vostri Genitori fate in mio nome,
ed in nome di tutti noi tante espressioni sincere.
I miei figli tutti vi salutano infinitamente specialmente Marietta.
Mio Marito vi saluta teneramente, ed io vi prego a non dimenticare
Roma, e la sua Apologista, che vi si dichiara con il massimo attac-
camento
la Vostra Aff.™ Zia
Marianna Mattei Antici