Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/870

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vere al Sig. Ministro io medesimo, e desidererei grandemente di farlo; ma dopo avergli scritto a Napoli poco appresso il suo arrivo colà, non ho mai potuto sapere dai miei corrispondenti di Roma, dove egli si ritrovasse, benché ne abbia più volte domandato, e con grande premura. Non posso che protestarmele sommamente tenuto degli ufficj ch’Ella si è compiaciuta di fare a favor mio, come rilevo dalla sua pregiatissima. E ben vero che stante la scarsezza d’impie- ghi secolari in questo Governo, parve al Sig. Ministro ed a me, che un posto di Cancelliere del Censo fosse il meno incompati- bile colle circostanze per ora, e questo posto fu domandato nella Supplica presentata a S. Eminenza. Ma non fu parlato punto di Recanati, la qual città non ha e non ebbe mai il Cancellie- rato del Censo, ed è un soggiorno affatto improprio a qualun- que genere di studi, de’ quali in queste parti non si conosce nep- pure il nome. Rinnovandole i miei più distinti e sinceri ringraziamenti, e pregandola a volermi onorare de’ suoi comandi s’Ella mi crede buono a servirla in alcuna cosa, passo colla più singolare stima e considerazione a confermarmi Di V." Sign." Illma

Dcvmo obblmo servitore
Giacomo Leopardi

Recanati 18 Agosto 1823

582. Di Pietro Giordani.
[Piacenza] 24. Agosto [1823]

Giacomino adorato. Non mi dà il cuore di rimproverarti per la let- tera che mi cominciasti in Roma, e non hai mandata nè finita: perchè il timore di perderla intendo quanto dovesse potere in un animo come il tuo. Ma pur vedi, che la vita è o danni o rischi; e senza rischiare non si vive. Se tu volevi stare al sicurissimo, tormentavi crudelissimamente col lungo silenzio il cuor mio, nel quale tu hai tanta vita; e mi privavi