e non sente nulla da nessun’altra parte. Scrivi all’amichevole,
come viene, senz’affaticare il cervello, come fo io, e così la pigri-
zia non ti dovrà troppo impedire di far quest’opera di miseri-
cordia.
Niebuhr mi scrive da Bonn in Prussia, che vorrebbe sapere
se negli Aneddoti di Amaduzzi, v’è niente di Libanio.1 Mi
faresti un gran piacere a cercarne, e se vi fosse qualche opu-
scolo di Libanio, scrivermene i titoli in greco o in latino, e due
o tre delle prime parole di ciascun opuscolo.2
Mi bisognerebbe sapere a che numero di versi nel Prometeo
di Eschilo si trova il verso seguente:
Teipoua’ AtXcxvtoi; o<; 7cpò$ eaTreptou? xótcoui
Vi prego a farmi il favore di vederlo, e scrivermi il numero del
verso precisamente. Suppongo che nelle edizioni dell’Eschilo
di Marini, i versi sieno numerati in margine.
Perdonate gl’incomodi e la lunga lettera. Amatemi, coman-
datemi, e scrivetemi spesso. Parlatemi anche di voi e del vostro
stato presente, almeno dell’animo. Addio, vi abbraccio e sono
con tutto il cuore
Il Vostro Affmo Cugino
G. Leopardi
652. |
Di Giovan Battista Canova. |
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Pregiatissimo Sig. Conte
Dalle mani del Sig. Marchese Melchiorri mi fu favorita una copia
delle Canzoni da Lei dettate, ed inviate a me come testimonio del di
Lei gentile animo verso d’una persona che veramente la stima ed ama.
10 non potrei rimunerarla altrimenti che d’una gratitudine pari alla
qualità del dono, che io tengo in grandissimo pregio. Ammiro il gene-
roso proponimento di mandare in luce quegli altissimi sensi chiusi sotto
11 velame di sapientissime parole, che risvegliano un fremito in ogni
cuore che intende. Ne abbiamo tenuto ragionamento con l’ottimo ab.