Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/117

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1116. Ad Antonio Fortunato Stella.
Firenze 2 Agosto 1827

Signore ed Amico amatiss. Le scrissi più settimane addietro, rispondendo alla cara sua 30 Giugno, e compiegandole la Prefazione della Crestomazia. Non so se la mia lettera le sia giunta: poiché non ho più nulla dalla sua parte. Il sig. Molini non mi ha dato mai cenno di vita. Mi trovo in necessità di supplicarla a dar ordine che almeno prima de’ venti del corrente mi sia contato in qualche modo il mensile di Luglio. Ciò non essendo, mi troverò in un’angu- stia che non ho mai provata in mia vita, perchè qui in Toscana tutto è così eccessivamente caro, che benché io mi restringa, come soglio, al semplice necessario, il danaro si dilegua via in un punto, e si pena assai a supplire alla spesa. Ho fatto amici- zia qui col Sig. Borghi. Egli non ha ristampato, nè vuol ristam- pare il suo Petrarca: ma solo ne ha dato un compendio, che non potrà nuocere alla vendita dell’intero. I miei distinti compli- menti alla sua famiglia, e allo sposo in particolare. Mi ami, e mi creda sempre Suo cordialiss. sre ed amico Giacomo Leopardi

1117. Di Pietro Brighenti.
Bologna 2. Agosto 1827.

Mio carissimo: Quanto ti sono grato della tua preziosa lettera del 24. scorso! Ella mi ha consolato moltissimo, e perchè ero in pena del tuo silenzio, e perchè mi fa coraggio a scriverti di nuovo, tolta la tema di esserti con troppe lettere importuno. Saprai la maravigliosa novità, che a me non ha fatto punto di mara- viglia. Monti ha abiurato i suoi errori, e prostrato a piedi di un Frate condottogli dalla arcidevotissima Costanza, si è confessato, comuni-