Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/123

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Rispondo alla tua dei 13 Luglio (che ho ricevuta il i."10 di Agosto!!) per la prima occasione che ho di mandar lettere alla posta. Oh, Cariuccio mio, quanto volentieri spenderei tutta la mia vita per farti contento: ma che vale? Qui certamente avrei modo di far molti danari se fossi sano e robusto; ma in vece non posso nè leggere, nè scrivere, nè pensare. Pazienza, quanto a me. Voglimi bene, Cariuccio mio caro, e credimi che non fu mai voluto più bene di quello che ti voglio io. Salutami Pao- lina, Luigi, e Pietruccio.

1121. Ad Adelaide Maestri.
Firenze, 7 Aprile [ma agosto] 1827.

Pregiatissima amica e signora. Non so se la sua indisposizione, della quale mi hanno informato la Mamma e il Papà, le permet- terà di leggere questa lettera: ma in qualunque modo, essa ser- virà di testimonio (se pure ve n’è bisogno) del dolore che io sento per sua cagione. So che la fortuna ha per uso antico di far male ai buoni; ma non vorrei che questo suo male procedesse in qual- che maniera da colpa mia. Cioè non vorrei che Ella, con aver preso a volermi bene, dovesse partecipare della mia mala for- tuna; la quale sa di potermi fare pochi dispiaceri maggiori che quello di travagliar Lei nella salute, e di privarmi della consola- zione che Ella mi prometteva, dicendo di volermi scrivere, e scrivere lungamente. Ella s’immagina bene che io esigerei con ogni possibile istanza l’adempimento di questa promessa, se l’in- disposizione della sua salute non mi obbligasse per l’opposto a pregarla di dimenticarmi finch’Ella non sia ristabilita. Dico a dimenticarmi, quanto allo scrivere: che quanto al rimanente, non vorrei per verità ch’Ella mi dimenticasse; anzi vorrei ch’Ella mi conservasse nella memoria così volentieri, come io conservo e conserverò Lei nella mia. Non le dirò che io desidero arden-