Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/128

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1126. A Carlo Leopardi.
Firenze 23 Agosto [1827]

Cariuccio mio caro. Scrivo subito a Bunsen, e scrivo nel miglior modo che io so fare, per l’effetto che ci proponiamo. Dio sa e vede quello che io vorrei fare per proccurarti qualche consolazione. Conosco per esperienza le buone ragioni del Zio Carlo, il quale ama ancora di usare con me quel tuono miste- rioso, che poteva forse star bene quando io era capace di spe- rare sulla parola e senza buone ragioni. Ora ti dico in verità, che pur troppo non spero nulla: nondimeno non bisogna mancar di fare il possibile. Manderò poi l’Epitteto quando sarà stampato: ma a stamparlo, ancora si ha da pensare, e poi da cominciare. Di a Babbo che Io ringrazio tanto della sua ultima, alla quale risponderò: e similmente ringrazia Pietruccio della sua lettera, e digli che senza dubbio gli risponderò presto. Tu non vuoi ch’io dica male di Firenze. In verità non potrei dirne, bench’io ci stia poco contento; ma in che luogo si può star contento senza salute? e passando i giorni a sedere colle braccia in croce? E vero che Persiani è stato onorato di non so che distinzioni dal Consiglio di Recanati, e che Babbo è stato l’autor principale di questa risoluzione? So che l’ha detto egli stesso: ma egli non si è degnato di venirmi a fare una visita, e però non l’ho mai veduto. In vece sua, poco dopo il mio arrivo in Firenze, venne a trovarmi un vecchio, che si diceva di Civitanova, e antico mili- tare del Papa; mi domandò di Volunnia Gentilucci, e di altri recanatesi, e poi della Madonna de’ Capp[ucci]ni; mi abbrac- ciò colle lagrime agli occhi; mi disse che mi aveva tenuto in braccio; mi fece elogi smisurati di casa Leopardi; mi fece pro- mettere che un giorno sarei andato a pranzo da lui; in fine mi domandò del danaro. Io lo mandai via colle buone: poi diedi ordine che se tornava, lo gettassero per le scale. Puoi credere che l’informazione che presi poi, mi assicurò ch’io non aveva sbagliato. Di queste avventure ne accadono spesso in Firenze.