Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/137

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e generalmente pensano e valgono assai più de’ Bolognesi. Tra’ forestieri ho fatto conoscenza e amicizia col famoso Manzoni di Milano, della cui ultima opera tutta l’Italia parla, e che ora è qui colla sua famiglia. Non ho mai avuta occasione di vedere il P. Marsigli. La stagione ancor qui è stata lungamente calda più dell’ordinario: poi sulla fine d’Agosto si cangiò in un vero inverno: ora è temperata. La prego a dire per parte mia le più tenere cose alla Mamma e ai fratelli. Mi benedica, e mi creda, con tutto l’affetto possibile

suo amorosissimo figlio
Giacomo
1136. A PlERFRANCESCO LEOPARDI.
[Firenze! 8- Sett. [1827]

Caro Pietruccio. Vi ringrazio della vostra lettera e delle notizie che mi date; le quali D. Natanaele Fucili chiamerebbe notizie padrie: doman- datelo a Carlo, se non lo credete. Mi rallegro molto con voi del vostro dente cavato. Non pensate ai tre paoli, che senza che li mandiate, vedremo di accomodar qualche cosa. Da me non credo che vi aspettiate notizie: se ne aspettaste, non saprei che vi dire, se non che a Firenze tira vento ogni giorno; cosa che mi secca moltissimo, come sa Paolina. A proposito di Paolina, ditele che la Toscana si rassomiglia alla Marca per i costumi e per gli usi, più che Bologna e la Romagna, che sono pur dello stesso stato: quando vedo un contadino di qui, mi par di vedere uno dei nostri. Ditele ancora che le contadine di Firenze non mi son parse quella bella cosa che si dice. Paolina avrà un piacer matto di saper queste cose. Salutatemi tanto il Sig. Curato, D. Vincenzo, il quale credo che stia bene; e dite a Carlo che ancora aspetto risposta da Bunsen. Vogliatemi bene, e credetemi con piena stima

Vostro rispettoso fratello
Giacomo