18. Quanto alla mia gita di Roma, la lunghezza del viaggio e
la lontananza in cui mi ritroverei dal mondo civilizzato, me ne
distolgono ogni giorno più; e sono oramai deciso di andare a
passar l’inverno a poca distanza di qua, cioè a Massa di Car-
rara, il cui clima sento costantemente lodare come ottimo, e para-
gonare a quel di Nizza. Andrò colà (se Ella non trova in questo
alcuna difficoltà) subito che la rigidezza dell’aria mi caccerà di
Firenze; e le ne darò avviso. A Como verrei volentierissimo,
e più che volentierissimo, per esser vicino a Lei: ma la lonta-
nanza non mi lascia per quest’anno prendere questa risoluzione:
vedremo di consultarne un altr’anno. Ella mi dice una cosa caris-
sima, cioè che la mia Crestomazia le riesce di suo gusto; l’ac-
certo che questa cosa mi consola assai. A proposito della Biblio-
teca italiana, la prego a riverirmi distintamente il Sig. Ambrosoli,
quando lo vegga. Ho letto il suo articolo sopra la mia tradu-
zione di Gemisto, e l’ho trovato ben ragionevole; ma spero che
noi saremmo facilmente d’accordo, se ci trovassimo insieme.
Accetti le mie felicitazioni pel suo dì natalizio, e mi ricordi alla
sua degna famiglia. L’abbraccio con tutto il cuore.
Il suo cordmo amico e sre Giacomo Leopardi |
1154. |
A Paolina Leopardi. |
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Paolina mia. È un pezzo che non ho nuove vostre, e mi
dispiace. Ti scrivo per darti le mie. Qui, grazie a Dio, abbiamo
avuto un Ottobre eccellente, un vero autunno, migliore del Set-
tembre e della fine d’Agosto. Io n’ho profittato per passeggiare,
e sono stato meglio degli occhi, e molto meglio dei denti. Fio
patito un poco di stomaco, perchè per paura di farmi male, non
mangiavo più quasi nulla; ma ora spero di guarire, perchè mi
sono ravveduto, e comincio a mangiare con appetito. Quanto