Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/181

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duto quest’anno. Nell’autunno ho cominciato a far gran moto, e finora non l’ho mai intermesso neppure un giorno. Mi sono sentito e mi sento assai meglio che nei mesi passati, benché non lasci però di patire assai dal freddo, come avevo preveduto; per- chè in casa non fo altro che tremare, non potendo usar fuoco, nè avendo quelle comodità impagabili e impareggiabili che avrei avute in casa. Nondimeno non mi spavento, affronto il freddo, e grazie a Dio sto benino. Questo clima è molto meno rigoroso che quello di Firenze e di Recanati, senza paragone poi con quello di Bologna: ma il freddo si sente anche qua non poco, ed anche qua abbiamo avuto neve, benché più tardi che a Recanati, e non per tre giorni, come mi scrive Paolina, ma per un sol giorno, e senza imbiancare. Fio qui parecchi amici, e più ne avrei, se volessi far visite; perchè da per tutto mi è usata assai buona accoglienza; ma il freddo mi toglie il coraggio e la voglia di andare in giro, eccetto che bene inferraiuolato a passeggiare; e tutto il resto del giorno e la sera me ne sto in casa al mio solito. La prego di cuore a darmi con due righe le notizie sue e di tutti, e ad assicurarmi che Ella mi vuol bene. I miei saluti amorosis- simi alla Mamma e ai fratelli. Le bacio la mano, domandandole la benedizione, e ricordandole che l’ama con tutta la possibile intensità e tenerezza di affetto e di gratitudine il suo Giacomo.

1183. Ad Antonietta Tommasini.
Pisa 3 Dicembre 1827.

Signora ed Amica carissima e pregiatissima. Mi scrive l’Ade- laide ai 21 del mese passato, che Ella è per tornare a Bologna, e che aspetta di trovarvi qualche mia lettera. Approfitto di questa notizia, e le scrivo, e le ricordo l’affezione che io le porto, e il desiderio che ho delle sue nuove. Sarebbe pur grande il pia- cere e la consolazione che io proverei, se potessi abitar seco in