duto quest’anno. Nell’autunno ho cominciato a far gran moto,
e finora non l’ho mai intermesso neppure un giorno. Mi sono
sentito e mi sento assai meglio che nei mesi passati, benché non
lasci però di patire assai dal freddo, come avevo preveduto; per-
chè in casa non fo altro che tremare, non potendo usar fuoco,
nè avendo quelle comodità impagabili e impareggiabili che avrei
avute in casa. Nondimeno non mi spavento, affronto il freddo,
e grazie a Dio sto benino. Questo clima è molto meno rigoroso
che quello di Firenze e di Recanati, senza paragone poi con quello
di Bologna: ma il freddo si sente anche qua non poco, ed anche
qua abbiamo avuto neve, benché più tardi che a Recanati, e
non per tre giorni, come mi scrive Paolina, ma per un sol giorno,
e senza imbiancare. Fio qui parecchi amici, e più ne avrei, se
volessi far visite; perchè da per tutto mi è usata assai buona
accoglienza; ma il freddo mi toglie il coraggio e la voglia di andare
in giro, eccetto che bene inferraiuolato a passeggiare; e tutto
il resto del giorno e la sera me ne sto in casa al mio solito. La
prego di cuore a darmi con due righe le notizie sue e di tutti,
e ad assicurarmi che Ella mi vuol bene. I miei saluti amorosis-
simi alla Mamma e ai fratelli. Le bacio la mano, domandandole
la benedizione, e ricordandole che l’ama con tutta la possibile
intensità e tenerezza di affetto e di gratitudine
il suo Giacomo.
1183. |
Ad Antonietta Tommasini. |
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Signora ed Amica carissima e pregiatissima. Mi scrive l’Ade-
laide ai 21 del mese passato, che Ella è per tornare a Bologna,
e che aspetta di trovarvi qualche mia lettera. Approfitto di questa
notizia, e le scrivo, e le ricordo l’affezione che io le porto, e
il desiderio che ho delle sue nuove. Sarebbe pur grande il pia-
cere e la consolazione che io proverei, se potessi abitar seco in