Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/186

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1188. A Carlo Leopardi.
Pisa 9 Decembre 1827.

Cariuccio mio. Ti ringrazio tanto della premura usata per li miei libri, e ti prego a ringraziare assai Peppe della prontezza in favorirmi del Noél. Quanto alla spedizione, persisto in cre- dere che la Diligenza fosse il mezzo migliore; ma bisognava con- segnarli, non sotto fascia, ma in pacco; consegnarli come libri; e specificare che si consegnavano alla Diligenza, non alla posta, le quali due cose non si distinguono a Recanati, ma si distin- guono bene a Pesaro, Bologna, ec. Allora non solo si gode del ‘/2 baj. per foglio, ma si paga anche meno, un tanto la libbra. In questo modo io ricevetti costì nell’inverno passato de’ grossi pacchi da Bologna per la Diligenza, con poca spesa, c senza rischi. - Scrivo oggi medesimo a Puccinotti. - Mi dici che Morici vorrebbe ordinare qualche cosa mia: perchè non ordina il Petrarca, il Martirio de’ SS.PP., la Crestomazia italiana? (così ho intitolato l’Antologia). Quest’ultima, essendo libro di scuola, dovrebbe avere spaccio non difficilmente anche nella Marca. La Biblioteca italiana l’annunzio anticipatamente con molto favore. - Mi dici che il Corriere delle Dame ha portato molti squarci miei. Sarei curioso di saper quali. Potrebbe Paolina riavere in mano quei numeri dove si trovano, e aver la pazienza di segnarmi due o tre delle prime e delle ultime parole di cia- scuno squarcio, copiandomi anche quello che il giornalista dice in proposito loro (se dice nulla), e mandarmi tutto ciò in una lettera? Anche de’ versi di Simonide sarei curioso di avere il principio e il fine. Io ne mandai alcuni a Stella, che finora non sono stati pubblicati. - Con Bunsen restai d’accordo, che a Bologna egli avrebbe saputo il luogo dove io mi sarei trovato all’epoca del suo ritorno, e che da Bologna mi avrebbe scritto, ed io avrei proccurato di vederlo se avessi potuto. Questo non sarà possibile, ma io gli scriverò appena avrò le sue nuove, che