dovrebb’essere a momenti; e se sarò in tempo, darò subito notizia
costì del suo passaggio. Scrivendogli, raccomanderò di nuovo
l’affare con tutto il calor possibile. Se tu, o se Babbo vuol
vederlo, egli lo avrà certamente caro: passerà con legno di posta:
ma il giorno preciso non sarà facile ch’io possa indicarlo, nè egli
stesso lo saprà forse: bisognerebbe farsi avvisare da qualcuno
della posta. - Io sto bene: qui abbiamo giornate di primavera,
io vo in conversazione la sera, e qualche volta passeggio senza
ferraiuolo.
1189. |
A Francesco Puccinotti. |
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Mio caro Puccinotti. Appunto coll’ordinario antecedente a
quello che mi recò da Recanati la tua de’ 27 Novembre, io ti
aveva finalmente scritto, rompendo quel così lungo silenzio dei
mesi passati. Mi resta ora a rispondere alla domanda che tu mi
fai per parte di cotesto Sig. Mancini. Come ho dovuto dunque
dire ad altri che mi hanno fatto richieste simili, così dico ora
a te, che in verità e in coscienza io non ho a mia disposizione
cosa alcuna d’inedito da poter dare. Il volgarizzamento di Fron-
tone l’avrei dato volentieri allora, quando lo composi, cioè dieci
anni fa: ora non lo darei certamente, perchè da gran tempo non
lo conto più tra le mie cose stampabili. Per soddisfare al desi-
derio del Sig. Mancini, se egli persiste in volere stampare qual-
che cosa mia, non veggo se non due modi. Il primo è questo.
Lo Stella a Milano ha presso di se, già approvati dalla Censura
e pronti per la stampa, due miei mss.' cioè: 1. Volgarizzamento
del Manuale di Epitteto, 2. Volgarizzamento delle Operette mo-
rali d’Isocrate. Questi mss.1 sono da me ceduti a lui: ma egli,
occupato ora in un gran numero d’imprese, non ha potuto fin
qui pubblicarli. Se il Sig. Mancini li credesse di sua convenienza,
dovrebbe scrivere allo Stella, chiederglieli, e convenir con lui,