Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/198

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mero, e le ne scriverò. Tornerò poi a scrivere a quella bestia di Melchiorri, al quale ho già scritto ultimamente senza risposta. Desidero con tutto il cuore a Lei, alla Mamma, ai fratelli, le più felici e liete feste e capo d’anno. Io sto, grazie a Dio, molto passabilmente. Le chiedo la benedizione, e baciandole tenerissimamente la mano, con tutta l’effusione del cuore mi ripeto

suo affettuosissimo figlio
Giacomo
1199. Di Francesco Puccinotti.
[Macerata il di di Natale del 1827]

Mio caro Leopardi Questo Mancini stampatore appena seppe il contenuto della tua carissima ultima saltò a piè pari per l’allegrezza; ed oltre all’essersi messo subito a tavolino per istrappare dalle mani dello Stella i tuoi mano- scritti mi ha poi pregato in vìsceribus Christi che ti raccomandassi cal- damente l’invio a questa volta delle tue Poesie (Ediz. bolognese) colle tue giunte e correzioni; proponendosi egli di rifarne una edizione che a te e all’Italia sarà per piacere. Spero che tu vorrai prontamente esaudire questa buona volontà; epperò su questo proposito non li fo altre parole. Bensì ti parlerò de’ tuoi Dialoghi dei quali con tutte le tue prote- ste di amicizia io sono tuttavia privo d’una copia. E quello che più mi duole è il vederli in mano di taluno qui in Macerata, e non averli io, cui erano stati promessi dallo stesso Autore. Mezzo disperato tempo fa mandai al Baluffi e al Sartori d’Ancona sei pavoli perchè me ne mandassero un esemplare; ma per mala sorte cotestoro mi risposero che non ne avevano più nessuno. Come si rimedia dunque? Pensaci tu in somma tu solo. Io me ne sto ancora fra queste Macerie1 aspettando miglior fortu- na, la quale non so se verrà mai; e quand’anche venisse, non so se real- mente mi dovesse riuscire fortuna ciò che ne avesse tutta l’apparenza possibile. Questo dubbio mi tiene abbastanza quieto dello stato mio. L’unica mia inquietezza è il non avere ancor fatto nè tanto nè quanto basti alla gloria. Ilo attualmente sotto i torchj il mio Nuovo organo