e de sommi talenti che ella possiede. Si terminavano però tutti i discorsi
addimandando «ma e quando torna a Bologna» al che noi non pote-
vamo rispondere che con un «Speriamo presto» Si avvererà ella que-
sta nostra speranza? crediamolo. Il Papà la Mamina mi ordinano di
dirle tante cose sincerissime ed affettuosissime. L’Annetta mia la prega
ad accettare molti doveri e tenerla ricordata alla di Lei ambita amici-
zia. Io deggio pregarla ad iscusare 1 arditezza [sic] mia di scrivere ad
un tanto uomo quale ella è come pure di perdonarmi la lunghezza della
lettera. Mi comandi se valgo a servirla mi onori della sua benevolenza
e mi creda quale con tutto il rispetto mi dico
Di lei
Umilma ed aff.ma Serva
Marianna Brighenti
Bologna 20 Gennaro 1828
1211. |
A Paolina Leopardi. |
|
Paolina mia. Mi affligge molto Tesser privo da tanto tempo
delle nuove di voi altri. Scrissi a Carlo, scrissi poi a Babbo: ma
è già più di un mese che non ho lettere di costà. L’Antologia
del Brancia arrivò a Bologna, ma della francese non ho più avuto
nuova. Scrivimi per carità, o tu, o Carlo: e non lasciar mai pas-
sar tanto tempo senza qualche riga vostra. Come state? come
vi tratta l’inverno? Qui per quest’anno non ce ne accorgiamo; il
Decembre è stato un Marzo, il Gennaio ò uii Aprile: anche l’aria
in certe giornate ha un odore di primavera. Spero che anche
voi altri, a proporzione, avrete un buon inverno, perchè sento
che la bontà della stagione sia generale. Io sto benino, e fo eterne
passeggiate di giorno: ma la sera non esco: del che ho molti rim-
proveri da questi Signori e Signore pisane e forestiere: a tutti
i quali ho protestato che non aspettino di vedermi in conversa-
zione fino a Marzo. Ridono del mio poco coraggio, ma io li lascio
ridere, e non sono voluto andare neanche alle feste magnifiche