nia dolce, e quella immaginazione forte e calda che vi regnano.
Io ti desidero di cuore il godimento perpetuo dell’una e dell’al-
tra; e con questo credo aver detto molto; perchè anche la malin-
conia dolce fugge le sventure reali, e la malinconia nera e solida.
Intendo con gran piacere che tu hai per l’anima molte imprese
maggiori: ma quel che mi dici della sanità, mi rattrista. Dun-
que tu non istai bene? Abbiti cura per amor mio, e conservati
agli amici e alle muse. Io t’amo sempre e ti stimo, come un caro
e prezioso giovane, e mi raccomando alla tua memoria. Ricor-
dami alla Nina, a Marchetti e a Costa. Aspetto gli altri versi
che tu mi prometti. Addio addio.
il tuo Leopardi
1226. |
A Gian Pietro Vieusseux. |
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Mio carissimo Vieusseux
Ebbi i vostri cari saluti dal Torri1 e dal Cioni: ebbi il pacco
de’ libri che mi favoriste, e poi dal Cioni il Bracciolini:2 ebbi
la vostra dei 10, ed ora ricevo l’altra dei 23. Di tutte queste
cose vi ringrazio senza fine; e vi sono anche gratissimo della
conoscenza del Mayer, che aspetto di fare per vostro mezzo.
Quanto alla pensione, vi dirò che io qui in Pisa ho 1.° camera
con lume, biancheria da letto e da tavola, e servitù; 2.0 pranzo
in camera, all’ora che mi piace consistente in zuppa, tre piatti,
pane e acqua (non frutti e non vino); 3." colezione, consistente
in caffè-e-cioccolata, e due buoni biscotti; 4.0 nettatura di
stivali e scarpe; 5.0 imbiancatura e stiratura; 6.° fuoco nel cal-
dano tutto il giorno, e fuoco la sera pel letto: e tutto questo mi
costa undici monete il mese. I padroni sono contenti; ed hanno
fatto questo patto dopo aver provato, e veduto quello ch’io man-
gio ec. E se io mangio poco l’inverno, l’estate mangio quasi nulla:
oltre che nell’estate non mi bisogna fuoco. Contuttociò sono