per Bologna. Ferdinando vi saluta caramente, e la mia Clelietta vi bacia
affettuosamente. Addio. Non mi lasciate, ve ne prego coll’anima, senza
vostre notizie.
La vostra Adelaide
1280. |
Di Monaldo Leopardi. |
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Caro Giacomo.
Ho differita un ordinario la spedizione del p[resen]te libretto, accio-
chè ancora con esso riceveste le nostre nuove che grazie al Signore
sono buone. Tali siano le vfe che aspetto da Firenze ansiosamente.
Se vedete il Min[ist]ro di Olanda Reinholdt [sic] fategli i miei saluti.
Addio Giacomo mio. Vi benedice con tutto il cuore
Il vro affmo Padre
1281. |
Di Giovanni Rosini. |
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A. Carmo
Giustissima è la vostra riflessione. Sicché sarà riparato anche a que-
sto; e da qui innanzi prego mio cognato, che ritiri dalla posta il plico
pfer] voi, e che venga poi alle 3 a prendere la risposta. - Anco con
questa precauzione si va adagio: e veggo che a far anco forza di vele,
sdruccioliamo a settembre. - Ha ragione Alfieri: un’opera in prosa
non è mezzo fatta, ma solo pfer] un terzo fatta, prima che sia stampata
- Parmi d’avervelo scritto un’altra volta. - Nel Capitolo X.1 ho fatto
una scena di gajetà: vedremo se incontrerà l’approvazione di Vario.
Addio. La mia famiglia vi saluta. Il poco che dico della Cappella di Mi-
chelangelo tiene (p[er]donate il Gallicismo) all’idea che ho di parlarne
più a lungo in un altro libro: giacché mi pare che queste corbellerie si
succedano come le ciliegie, che tirandone su una, ne vengono 7 - Pu-
re se avrò vita verremo a capo di tutto. Addio. Salutate gli amici.
G. Rosini
Pisa 16 Giugno 1828