Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/293

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qualche cosa di buono. Addio -. Mi son trovato il vostro tomo I.° di Bracciolini, ma non il tomo II. L’avete voi, o l’ho io affogato in qual- che tavolino? Salutate gli amici. . . G. Rosini Mercoldì

1319. A Pietro Giordani.
Firenze 24 Luglio 1828.

Mio carissimo. Consegno questa lettera all’Antonietta Tom- masini, pregandola di rendertela a Bologna, se tornando ti ci ritroverà, o di spedirtela a Parma, se tu sarai partito. L’Anto- nietta e l’Adelaide hanno fatto molto per indurmi a venir con loro a Bologna. Ora che mi manca la tua compagnia, se non fosse stata la mala disposizione della salute, che mi vieta di viaggiare con questi caldi, avrei lasciata Firenze assai volentieri, perchè ti confesso che questa città senza la tua presenza, mi riesce molto malinconica. Questi viottoli, che si chiamano strade, mi affo- gano; questo sudiciume universale mi ammorba; queste donne sciocchissime, ignorantissime e superbe mi fanno ira; io non veggo altri che Vieusseux e la sua compagnia; e quando questa mi manca, come accade spesso, mi trovo come in un deserto. In fine mi comincia a stomacare il superbo disprezzo che qui si professa di ogni bello e di ogni letteratura: massimamente che non mi entra poi nel cervello che la sommità del sapere umano stia nel saper la politica e la statistica. Anzi, conside- rando filosoficamente l’inutilità quasi perfetta degli studi fatti dall’età di Solone in poi per ottenere la perfezione degli stati civili e la felicità dei popoli, mi viene un poco da ridere di que- sto furore di calcoli e di arzigogoli politici e legislativi; e umil- mente domando se la felicità de’ popoli si può dare senza la feli- cità degl’individui. I quali sono condannati alla infelicità dalla natura, e non dagli uomini nè dal caso: e per conforto di questa infelicità inevitabile mi pare che vagliano sopra ogni cosa gli