studi del bello, gli affetti, le immaginazioni, le illusioni. Così
avviene che il dilettevole mi pare utile sopra tutti gli utili, e
la letteratura utile più veramente e certamente di tutte queste
discipline secchissime; le quali anche ottenendo i loro fini, gio-
verebbero pochissimo alla felicità vera degli uomini, che sono
individui e non popoli; ma quando poi gli ottengono questi loro
fini? amerò che me lo insegni un de’ nostri professori di scienze
storiche. Io tengo (e non a caso) che la società umana abbia prin-
cipii ingeniti e necessari d’imperfezione, e che i suoi stati sieno
cattivi più o meno, ma nessuno possa esser buono. In ogni modo,
il privare gli uomini del dilettevole negli studi, mi pare che sia
un vero malefizio al genere umano. Tu, quando sarà con tuo
agio, mi scriverai delle tue nuove più lungamente che potrai;
a Guastalla mi saluterai il consiglici: Dodici1 (non te ne scor-
dare); e in ogni luogo e sempre mi vorrai bene grande, perchè
io t’adoro. Addio, addio.
1320. |
Di Giovanni Rosini. |
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A. Carmo
Se andate da Poerio, sentite quando viene a Livorno - ma non
dite che è p[er] mia commissione. - Stella v’ha scritto? Vi mando la
fine del Cap. XV. -1 Vi ho posto le Ottave: osservate le prime 4 in
risposta al Bracciolini - e su quelle ditemi il parer vostro: la 5 e la
6 non sono che abbozzate, e solo ve le mando p[er]chè vediate l’anda-
mento intero. -
Addio. Le correzioni e la lima mi ritardano assai; sicché non conto
d’aver terminato che a Settembre inoltrato. -
Gio. Rosini
Pisa 25 Luglio 1828