Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/308

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settimana. - Il caso del Nec Deus intersit viene nel Capitolo XX in cui sfido il Diavolo a uscirne, senza porre, come mi propongo una lacuna del ms. Geltrude dovrà andare al Lazzeretto appestata - Si dovrà confessare? e Come? - Speriamo che nasca il pensiero d’un com- penso. - Addio. Datemi le nuove di vostra salute. Pisa 18 Agosto 1828

1340. A Monaldo Leopardi.
Firenze 19 Agosto 1828.

Mio caro Papà. Ebbi la cariss. sua dei 6. Mi lusingo ancor io, anzi voglio credere costantemente, che la debolezza ch’Ella soffre alle gambe sia mal di stagione. Io medesimo in quest’anno l’ho provata e la provo spesso, e non ero solito a patirne: ho sentito lamentarsene anche altri. Qui il caldo da più di un mese è moderato, anzi spesso abbiamo de’ freschi molto sensibili: con- tinua però sempre la straordinaria serenità e siccità, dagli ultimi di Maggio in poi. La mia salute, grazie a Dio, è tollerabile, mal- grado la grande difficoltà della digestione, cagionata dalla debo- lezza degl’intestini, che forse il freddo renderà un poco minore. Saluto caramente tutti gli Antici, ed abbraccio i fratelli. A Lei ed alla Mamma bacio la mano, e domando la benedizione il suo Giacomo

1341. Ad Antonio Fortunato Stella.
Firenze, 19 agosto 1828.

Signore ed amico amatissimo, Alla carissima sua ultima, 9 del corrente. Avrei stesa già la prefazione della Crestomazia poe- tica, se non me lo avesse impedito un forte attacco del mio solito male d’infiammazione agl’intestini, il quale mi ha resa finora