Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/313

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1347. Di Giovanni Rosini.
Pisa 24 Agosto 1828

A. Carmo Cominciano le triste cose - Osservate all’andamento della narra- zione, e ditemi se vi ci pare strozzatura, lo che non vorrei. - Appena ho terminato di porre al pulito i Capitoli 21 - 22 - 23 - me ne vengo costà col 24, e 25 1 che voglio meditar lungamente - Giusta la vostra osservazione sul «negare» e «ricusare» -. Salutate gli amici.

1348. A Monaldo Leopardi.
Firenze 26 Agosto 1828.

Mio caro Papà. Le scrissi il giorno 19. Con questo ordinario aspetto le sue notizie. Desidero che il fresco, che qui si è fatto sentire molto bene, sia arrivato costì ancora, ed abbia giovato alla sua salute. Io sto nè bene, nè posso dir male: passeggio molto, e proccuro di non pensare agl’incomodi. Qui si parla di un buon aumento del prezzo dei grani, che ha luogo in tutta la Toscana. Vorrei che anche la Marca lo risentisse. Le altre raccolte qui sono state scarsissime, per mancanza di pioggia. Saluti tutti per me: abbracci e benedica il suo Giacomo, che sta contando i giorni e le ore per impazienza di rivederla. 1349- Di Monaldo Leopardi. Recanati 26. Ag.° 1828. Caro Giacomo Avanti jeri ricevetti regolarmente la cara vra delli 19. ma vedo che le mie vi giungono assai ritardate perchè ancora non avevate ricevuto