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1360. A Melchiorre Missirini.
[Firenze 9 settembre 1828]

Chiarissimo Signore Ricevo da Madama Lenzoni il bel regalo di cui Ella mi ha voluto onorare. La ringrazio caramente e della memoria affet- tuosa che serba di me, e de’ suoi versi belli e forti veramente, i quali ho letti e riletti con piacer grande. Delle lodi che mi attribuisce, non la ringrazio, perchè in buona coscienza non posso accettarle. Spero che Ella non si meraviglierà ch’io non le risponda in versi: oltre che il mio animo da gran tempo è in una disposizione impoetica del tutto, lo stato della mia salute è tale, che non mi lascia applicare la mente a nessun pensiero serio. Circa alla questione propostami, io credo per verità che il secolo abbia gran torto di sprezzare e trascurare, come fa, la letteratura amena: ma ogni secolo ha i suoi peccati; e il nostro ha, con molti altri, anche questo; nè mi par verisimile che egli se ne penta; anzi, se ho a dire il mio parere, credo che questo difetto sia per propagarsi anche alle generazioni future. Certa- mente si Pergama dextra defendi possenti se le virtù e il valore dei letterati potessero tornare in onore le lettere, Ella avrebbe non piccola parte in questo effetto. Faccia riverenza a mio nome, la prego, a Monsignor Mai; e mi ricordi anco, se le piace, a Madama Orfei ed all’Abate Canova. Mi conservi la sua benevolenza, e mi adoperi in ogni cosa che io possa

Suo devotissimo e gratissimo servitore
Giacomo Leopardi

Firenze 9 settembre 1828

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GIACOMO LEOPARDI

1361. Di Giovanni Rosini.
[Pisa, Mercoldì, 10 settembre 1828]

Amico Carmo. Si ponga dunque Nencio in scena, giacché ci è la vostra approvazione; ma temo assai della riuscita, e p[er] la cosa, e pel poco che ne so, e chieder consiglio a cotesti Barbassori non vorrei. Basta lascerò la composizione senza stamparsi e avremo tempo di medi- tarci. Vi mando il seguito e fine di tutto il Capitolo 17 -1 con cui si termina il tomo 20, che viene di ben 220 pagine. Ricordando quello che mi diceste in quaresima, Voi vedete bene che non l’ho strozzato; e temo che il 30 tomo verrà maggiore; e ci sarebbe da farne un quarto ad averne voglia - ma 3 bastano. Addio. Salutate gli amici. V.G.R. Mercoldì Vedete a pag. 14 - v. 3 - è miracolo se passa alla revisione.

1362. A Monaldo Leopardi.
Firenze 11 Settembre 1828

Mio caro Papà. Fio ricevuta la cara sua de’ 31 Agosto. Cer- tamente il modo con cui si è proceduto e si procede verso di Lei e della Mamma, tentando di rapir loro Carlo per viva forza, è un modo che nessuno potrà scusare, e che io sarei stato sem- pre lontanissimo dal credere che potesse essere usato da tali per- sone. Carlo non mi risponde ancora: forse non ha ricevuta la mia lettera, o gli sarà stata ritardata dalla posta: io aspetto la sua risposta con impazienza. Del resto sono sempre certissimo che egli non verrà mai ad un passo decisivo senza il loro consenso: nessuna cosa del mondo mi potrebbe persuadere del contrario, se non quando vedessi il fatto. Solo mi passa per la mente un’im- maginazione, che in questa lontananza non lascia di turbarmi: ed è, che Carlo vedendosi stretto dalla sua promessa per una