stanze, alle quali si è aggiunto un incomodo di salute della cara marna,
che quantunque non grave è durato diversi giorni. Continuatemi le
buone notizie di voi, e la pregevole e sempre cara vostra amicizia. Non
vi dimenticate di dire tante cose alla Sig.ra Lenzoni e a Piccolo per
conto nostro. Addio, addio con tutta l’anima.
La vostra Adelaide
La mamma vi saluta carissimamente, come fa Ferdinando, e vi scri-
verà ben presto.
Firenze 18 Settembre 1828. |
Cariuccio mio. Purché tu mi conservi te stesso, e quel tuo
cuore, che, come quello di tutti gli uomini nati grandi, è sem-
pre fanciullo, io non ti domando altro; e se il comunicarti con
me per lettera, ti dà pena, io son ben lontano dal pretenderlo.
Forse ancor io, nel tuo stato, proverei ripugnanza a metter in
carta i miei sentimenti. Intanto voglimi bene, e tienimi per quello
che ti ha amato e ti ama più che qualunque persona che sia mai
nata o che possa nascere. Io verrò subito che potrò, e verrei
ora, ma sono costretto ad aspettare il freddo, perchè sai che,
in viaggio, la cosa che io temo e che sono obbligato ad evitare
soprattutto, è la riscaldazione, a cui sono soggettissimo: e per
questo pericolo, debbo anche astenermi da piccoli viaggetti di
poche miglia qui ne’ contorni, i quali farei con buone compa-
gnie, che m’invitano. Già sai che ho rinunziato spontaneamente
al piacere di vivere in città grande, e di trovarmi tra molti buoni
amici, per tornare a star con te, che mi sei sinonimo di vita.
Addio.