Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/334

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1380. Ad Antonietta Tommasini.
Firenze 9 Ottobre [1828]

Mia cara Antonietta. Vi ringrazio tanto tanto dell’affettuo- sissima vostra che ho ricevuta dal Sig. De Lisi. Qui si sapeva già, come potete credere, il buon esito dell’affare del nostro impa- reggiabile Professore; e di questa cosa io ho ricevuta quella conso- lazione che vi lascio immaginare. Vorrei che voi poteste con- solarmi ancora con darmi buone notizie della salute vostra e di quella dell’Adelaide, la quale mi dispiace assai di sentire che sia al solito tra il buono e il ??tal essere. Cosi desidererei molto d’intendere che sia perfettamente ristabilito l’egregio Avv. Mae- stri, il quale vi piacerà di salutare a mio nome carissimamente. La mia salute è migliorata molto da quel che era quando ci vedemmo l’ultima volta. Del mio venire a Bologna, non ho deciso ancora. Da una parte, il viaggio s’allunga di molto; e voi sapete quanto (per necessità) io sono contrario alla lunghezza de’ viaggi. Dall’altra parte, il piacere di rivedervi mi stimola fortemente. Vedremo quello che potrò risolvere. In ogni modo, vi raggua- glierò di tutto. Mille e mille saluti al carissimo Prof. Tomma- sini. Abbiate cura della vostra salute, se amate, come sono certo, il vostro Leopardi, che vi ama indicibilmente. Addio, addio.

1381. Di Carlo Leopardi.
[Recanati] 15 8b?e [1828]

Mio caro Buccio. Vorrei da te un piacere prima che parta da Firenze. Alla Fonderia di S. Maria Novella si vendono certe custodie in forma di libri o Uffizii, che contengono un piccolo assortimento di Essenze. Se non ti dà troppo fastidio, prendimene una. Il loro prezzo è uno scudo, che ti pagherò subito al tuo arrivo. Sento dalla tua ultima che questo può dirsi vicino, benché non mai, assicurati, pel mio deside- rio. Ama sempre, se puoi, quel ch’io era, e quel che sono ancora per te.