Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/335

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1382. A PlERFRANCESCO LEOPARDI.
Firenze 16 Ottob. 1828.

Pietruccio mio. Vi lodo moltissimo che in tempo delle vacanze vi esercitiate nel comporre; perchè il fare è il miglior modo d’imparare; e con- tinuando così, in poco tempo verrete un brav’uomo. Quando sarò costì, mi darete da leggere le vostre composizioni, ch’io vedrò con gran piacere. Non vi mando per ora i versi che mi domandate,1 perchè i miei nervi sono in uno stato che non mi permette di comporre; ma presto accomoderemo le cose a voce, e intanto potete lasciare in bianco il luogo pei versi, e conti- nuare la vostra scrittura. Salutate i fratelli e baciate la mano per me a Babbo e a Mamma. Vogliatemi bene. Addio addio. Il vostro Giacomo.

1383. Di Monaldo Leopardi.
Recanati 19. 8bre 1828

Mio Caro Giacomo Oggi non ho ricevuta la vra lettera, che soglio ricévere tutte le Domeniche, ma abbiamo veduti i vri caratteri in quella che avete scritta a Pietruccio. Tuttavia non voglio che vi manchino le notizie nostre le quali grazie al Signore sono buone, e oltre alle quale [sic] non avrei niente da dirvi, se non dovessi contristarvi annunziandovi la morte del mse Romualdo Baviera marito di vra zia.1 Raccomandatelo al Signore. Addio carmo figlio, e Iddio accompagni la Benedizione del vostro Affmo Padre