Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/336

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1384. A Monaldo Leopardi.
[Firenze] 25 Ottobre [1828]

Mio caro Papà. Dopo la cara sua de’ 5/ sono privo de’ suoi caratteri. Lo credo difetto della posta, la quale mi ritardò molto anche la sua ultima. Fio però una lettera di Carlo in data dei 15 (che parla di cose indifferenti), dalla quale arguisco che tutti stieno bene. Io comincio a prepararmi al viaggio, e credo che colla mia pros- sima potrò annunziarle il giorno fissato alla mia partenza. La stagione qui è ancora bellissima, e la mia salute è passabile. Io non vedo il momento di domandarle a voce la benedizione, che ora le domando coll’animo. Il suo Giacomo

1385. Di Pietro Colletta.
[La Pietra 2. Nov. 1828]

Amico mio caro. Dimani partirò da Firenze: voi ne partirete dopo alcuni altri giorni: ci separeremo; e Dio sa per quanto tempo! La mala salute di entrambo [sic]; il vostro amor di stare; la mia età cadente, renderanno difficili gl’incontri. Che che sia dell’avvenire, vi amerò in distanza come in presenza, stimerò la vostra persona, ammirerò le vostre cose. Voi non mi scordate, e non cessate di amarmi. Quando sarete in patria riceve- rete qualche mia lettera, rinnovatrice alla vostra memoria del mio nome e de’ miei sentimenti: accoglietela con affetto. Siate felice; e crede- temi qual mi raffermo, Amico affettuosissimo Colletta Passate, di grazia, alla Marchesa Lenzoni l’acchiusa lettera. La Pietra 2. Nov. 1828