Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/350

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1403. Ad Antonio Papadopoli.
Recanati 17 Dicembre [1828]

Mio carissimo Antoniuccio. Non ti so esprimere tutta la gra- titudine che ti sento della cura amorosa che hai avuta di scri- vermi ben due volte per visitarmi in questa mia solitudine. La lettera di Milano non è mai capitata, l’altra da Venezia mi arriva. Dunque tu m’hai ancora nella memoria, e mi ami come per l’ad- dietro? io me lo immaginava bene, non ostante il nostro lungo silenzio. Come ti sei divertito a Milano? perchè mi parli così poco di te? perchè non mi dici cosa alcuna de’ tuoi studi? non sai quanto mi sono e saranno sempre a cuore tutte le cose tue? Il soggiorno di Recanati non mi è caro certamente, e la mia salute ne patisce assai assai; ma mio padre non ha il potere o la volontà di mantenermi fuori di casa; fo conto che la mia vita sia termi- nata. Se vedi costì l’ottimo Gamba,1 che ho conosciuto di per- sona quest’anno a Firenze, salutalo caramente per parte mia. Quando ci rivedremo noi? anzi, ci vedremo noi più? Non so veramente, mio caro Antoniuccio; e quanto a me, credo essere divenuto immobile. Ma io t’amerò sempre, ancora lontano; e tu mi amerai, e mi darai le tue nuove. Scrivimi spesso ti prego. Se in tanta mia nullità posso servirti in qualche cosa, coman- dami. Ti abbraccio con tutto il cuore. Addio addio. il tuo Leopardi

1404. Di Antonietta Tommasini e di Adelaide.
e Ferdinando Maestri.

Parma 17 Decembre 1828 Caro Leopardi Rispondo alla carissima vostra del 30 Novembre, giuntami il 13 decembre a Parma. Avreste avuto un pronto riscontro se non mi fosse