mazione de’ suoi studi presenti e de’ suoi lavori, Ella, così fa-
cendo, mi porgerebbe un diletto sommo, e recherebbe un gran
conforto alla mia trista solitudine. Non so se questa preghiera
sia troppo ardita. Ma spero che non le parrà presuntuosa l’of-
ferta ch’io le fo di tutto quel poco o quel nulla ch’io posso e
ch’io sono; la quale non nasce da opinione ch’io abbia di poter
esserle utile in cosa alcuna, ma da desiderio ch’Ella mi tenga
e mi conosca per suo totalmente addetto e devoto.
E riverentemente me le raccomando.
Suo devotissimo e gratissimo servitore Giacomo Leopardi |
Recanati 25 Gennaio 1829
Recanati, 25 Gennaio 1829. |
Carissimo Amico,
Sto rileggendo le bozze del poema,1 ma bisogna che appro-
fitti degli intervalli che mi si concedono dal mio solito male di
nervi che mi tormenta senza tregua. Appena sarò un po’ più
padrone di me stesso, da poter leggere attentamente le cose
vostre, lo farò, rimettendovi poi tutto per mezzo del corriere.
Io vivo qui dispettosamente, lottando coi malanni e con questa
selvaggia gente. Ricordatevi talora di me, e vogliatemi sempre
bene. Addio, addio.
Il vostro Leopardi
1424. |
Di Giovanni Rosini. |
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Amico Carmo
Sono 4 settimane che ad ogni corso di posta, dico a me medesimo,
voglio scrivere a Leopardi; e suonano le 5 che non ho potuto farlo.