Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/372

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1421. Di Monaldo Leopardi.
Roma 24 del 1829.

Mio caro Giacomo Voglio rallegrarmi con tutti i Figli, e principalm.e con voi della misericordia usataci dal Signore accordandoci la vittoria in questa, già tanto sventurata, causa Moroni. Ho adottato ancora di scriverne contemporaneamente a tutti voi, acciocché Mamma vedendo questa moltiplicità di lettere, comprenda subito che le cose sono andate bene, e si risparmii quei momenti di agitazione i quali precedono l’aprirsi una lettera interessante. Addio mio caro Giacomo. Io vi abbraccio, e vi benedico con tutto il cuore Vro Aff.° Padre.

1422. Ad Amedeo Peyron.
[Recanati 25 Gennaio 1829]

Pregiatissimo e Celebre Signor Professore. L’amico Abate Gioberti mi avvisa del clono di cui la Signo- ria vostra mi ha voluto degnare. Della gratitudine ch’io le sento di questo onore ch’Ella mi fa senza alcun merito mio, la quale in altro modo io non saprei significarle, forse è abbastanza il dire che io le sarò per l’innanzi tanto cordialmente grato e dedito, quanto fin qui sono stato ammiratore della dottrina e del valor suo. Lessi già in Firenze la prima parte di quell’opera eccellente e classica, con quel piacere che si prova imparando molte e bellissime cose. Ed essendo sollecitato di farne un estratto per l’Antologia, l’avrei fatto, secondo la mia capacità, molto volentieri; ed aveva già incominciato a scrivere alcune noterelle:2 ma l’indisposizione della salute, che mi rende lo studio impossibile, mi tolse anche questo piacere. Se tra le sue occupazioni, che so ben quanto sono gravi e numerose, V. S. alcuna volta avesse agio di darmi qualche infor- 1 ^13 Biblioteca Comunale Dan Danìno di Sarra FONDI