Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/385

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1432. A Gian Pietro Vieusseux.
Recanati 16 Febbr. 1829.

Mio carissimo Vieusseux Oh rispondo pur tardi all’amorosa vostra dei 31 Decembre. La ragione è stata ch’io aspettava di potervi dir qualche cosa sopra l’Antologia di Novembre e Decembre, la cui pubblica- zione voi credevate allora imminente. L’ho ricevuta ora, e veduta con gran piacere. L’articolo sulla Svizzera è pienissimo di cose belle. Anche quello sul Colombo è importante molto, e curioso. Chi è quel F. P.1 che scrive sulle cose dell’Accademia della Crusca? Gli articoli di Montani (pur troppo pochi) hanno la solita amenità, vivacità, ricchezza di erudizione, verità e finezza di giudizio, nettezza di espressione. La rivista è copiosa e varia, e il Bullettino scientifico mi pare eccellente al solito. Io mi vergogno, mio caro, di non mandarvi mai nulla di mio, poiché voi lo desiderate, ed io tante volte ve l’ho promesso. Ma, credetemi, se io scrivessi qualche cosa, scriverei per voi: non iscrivo nulla, non leggo, non fo cosa alcuna. Senza troppo dilun- garmi in questo argomento malinconico e rancido, vi dirò sola- mente che questo in mia vita è il primo inverno ch’io passo senza studiare, e in cui mi trovo più inabile ancora che nell’estate; laddove finora io aveva sempre ricuperata qualche parte delle mie facoltà in questa stagione. Le cose affettuosissime e tenere che mi dite nella vostra ultima, m’ispirano una gratitudine vivis- sima: ve ne ringrazio caramente, e ne serberò sempre una dolce memoria. Ma tenete per fermo, che io non domanderei, nè, se dimandassi, otterrei mai nulla da mio padre per vivere fuori di casa: questo è deciso. Ditemi se volete che vi rimandi il volume del Niebuhr,2 e per che mezzo. E un’opera maravigliosa: e anche sopra di que- sta io farei qualche cosa ben volentieri, se la mia salute non fosse così contraria ad ogni applicazione. Perciò, non potendo pre-