1432. |
A Gian Pietro Vieusseux. |
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Mio carissimo Vieusseux
Oh rispondo pur tardi all’amorosa vostra dei 31 Decembre.
La ragione è stata ch’io aspettava di potervi dir qualche cosa
sopra l’Antologia di Novembre e Decembre, la cui pubblica-
zione voi credevate allora imminente. L’ho ricevuta ora, e veduta
con gran piacere. L’articolo sulla Svizzera è pienissimo di cose
belle. Anche quello sul Colombo è importante molto, e curioso.
Chi è quel F. P.1 che scrive sulle cose dell’Accademia della
Crusca? Gli articoli di Montani (pur troppo pochi) hanno la solita
amenità, vivacità, ricchezza di erudizione, verità e finezza di
giudizio, nettezza di espressione. La rivista è copiosa e varia,
e il Bullettino scientifico mi pare eccellente al solito.
Io mi vergogno, mio caro, di non mandarvi mai nulla di mio,
poiché voi lo desiderate, ed io tante volte ve l’ho promesso. Ma,
credetemi, se io scrivessi qualche cosa, scriverei per voi: non
iscrivo nulla, non leggo, non fo cosa alcuna. Senza troppo dilun-
garmi in questo argomento malinconico e rancido, vi dirò sola-
mente che questo in mia vita è il primo inverno ch’io passo senza
studiare, e in cui mi trovo più inabile ancora che nell’estate;
laddove finora io aveva sempre ricuperata qualche parte delle
mie facoltà in questa stagione. Le cose affettuosissime e tenere
che mi dite nella vostra ultima, m’ispirano una gratitudine vivis-
sima: ve ne ringrazio caramente, e ne serberò sempre una dolce
memoria. Ma tenete per fermo, che io non domanderei, nè, se
dimandassi, otterrei mai nulla da mio padre per vivere fuori di
casa: questo è deciso.
Ditemi se volete che vi rimandi il volume del Niebuhr,2 e
per che mezzo. E un’opera maravigliosa: e anche sopra di que-
sta io farei qualche cosa ben volentieri, se la mia salute non fosse
così contraria ad ogni applicazione. Perciò, non potendo pre-