Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/410

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1455- Al Direttore dell’Accademia DEI FlLERGITI. Recanati 8 Aprile 1829. Illustriss. e pregiatiss. Sig. Direttore. Ho ricevuto l’invito di V.S. Illustriss. e le ne rendo grazie sincere e cordiali. Ma io sono in tale stato infelicissimo di salute, che non posso nè scrivere, nè leggere, nè pensare intentamente a cosa alcuna, non che comporre. Ho stimato dover mio di farle questa scusa: ed Ella, spero, l’accetterà per valida; essendo questa pur troppo la verità. In tutto quello ch’io possa, me le offerisco di tutto cuore per sempre

suo devotiss. obbligatiss. Servitore
Giacomo Leopardi
1456. Ad Adelaide Maestri.
Recanati, 10 aprile 1829.

Mia cara Adelaide. Della notizia che mi date della malattia sofferta dalla Mamma, ho sentito un vivo dolore e per lei e per voi. Voglia il cielo che la primavera e la buona stagione immi- nente le sia più propizia. Ma dove è ella al presente? a Parma o a Bologna? e il Papà dov’è? E voi perchè non mi parlate della salute vostra, nè di quella di Ferdinando? Non vorrei che l’ot- timo Ferdinando si desse troppa briga circa il mio affare. Veggo benissimo che non essendo ora favorevoli le circostanze, con- viene aver pazienza di aspettar le occasioni, e non darsi fretta. Io sono sempre quello ch’io fui; desiderosissimo di. rivedervi e, se si può, di viver con voi; o almeno non tanto lontano da voi altri, come mi trovo ora. Ma se la fortuna, come pare, vuol ch’io viva in questo esilio, come sono vissuto la massima parte de’ miei anni; mi consolerò colla memoria vostra, e col pensiero