Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/411

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della vostra amicizia. Vicino o lontano, mi ricorderò sempre di voi e de’ vostri con tenerezza, e sarò sempre certo che tutti voi farete di me altrettanto, perchè ho conosciuto abbastanza l’animo vostro. Salutatemi tutti; e, per amor mio, abbiate cura alla salute, e sforzatevi di spassarvi e di rallegrarvi. Vi prometto ch’io farò lo stesso. Addio, addio con tutto il cuore. Il vostro Leopardi

1457. A Gian Pietro Vieusseux.
Recanati 12 Aprile 1829

Mio carissimo Vieusseux. Come scusarmi con voi del mio lunghissimo silenzio? come, se non col mio stato, e colla mia quasi impossibilità di scrivere? Non vi parlerò della mia vita, e deH’accoramento in cui passo i giorni, soffocato da una malin- conia che è oramai poco men che pazzia: non voglio annoiar voi e me con discorsi tristi. Le vostre lettere sono sempre piene di amore: mi corrono le lacrime agli occhi quando mi ricordo di voi, e del tempo che ho goduto la compagnia vostra. L’Antologia di Gennaio e di Febbraio, per quanto ne ho potuto leggere, mi è sembrata eccellente al solito. Ma voi non sapete frenarvi, nè mantenere i buoni proponimenti; e i vostri fascicoli passano sempre i dieci fogli. Dite a Montani che fra i tanti amici che gli hanno fatto i suoi articoli Antologici, conti ancora mia sorella, la quale, ricevendo qui l’Antologia, è molto contenta ogni volta che vede quell’-M. Ricevo in questo punto la vostra ultima senza data} Pio pia- cere che il Niebuhr vi sia giunto. A me non fu inutile l’averlo portato meco, perchè, prima di rimandarlo, ne presi un’infinità di appunti.2 Vi ringrazio delle notizie che mi date circa gli amici, e circa la Monaca di Monza: vi assicuro che mi sono sommamente grate. Ma voi non mi dite più nulla della salute vostra. Spero che la