Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/418

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del mio, non altrimenti. Non rifiuto già d’aver debito con Voi; anzi protesto che, e per tanti vostri favori passati, e per questa offerta cordialissima e liberalissima, vi ho ed avrò debito ed obbligo perpetuo. Se non accetto il partito, spero che non ve lo riputerete a torto; perchè non ho amico nè parente così stretto, dal quale potessi accettar condizioni simili; nè anche da mio padre ne accetterei, se quel che ho da mio padre non mi fosse dovuto. - Oltre il bisognevole per l’abitazione e il vitto, pochi altri danari (tre o quattro monete il mese) potrebbero bastarmi; perchè del vestire sarei provveduto sufficientemente da casa. E in tutto, con un dugento o pochi più scudi l’anno, potrei pur vivere. Ma non vorrei che vi prendeste troppo pensiero e troppa pena di questa cosa: perchè alla fine (intendo benissimo), se è difficile procacciar mantenimento a uno che possa fare, che sarà procacciarlo a chi, per cagione o della salute o d’altro, non può far nulla? Voi non mi dite niente della salute vostra. Il silenzio mi par segno buono; ma pure amerei di saper di certo che state bene. E come va la Storia? Rileggendo la vostra lettera, m’inteneri- sco a veder tanta vostra sollecitudine e tanto affetto. Siate certo che Voi non fate poco per me, poiché mi amate. Il vostro Leopardi P. S. Avrei però carissimo se in un qualunque caso ch’io tor- nassi a Firenze si potesse fare che senza vostro incomodo abi- tassi con Voi sotto uno stesso tetto.

1464. A Luigi Stella.
Recanati, 29 Aprile 1829.

Pregiatissimo Sig. ed Amico. Poiché Ella accetta il mio desiderio di far l’articolo per l’Albriz- ZÌ1 colla condizione della possibilità, io non ho che replicare. Delle letterate italiane ch’Ella mi nomina, la Marianna Dionigi