Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/419

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romana, pittrice di paesi ec., è morta, or sono alcuni anni. Vive bensì in Roma la sua figlia Enrica Dionigi Orfei, che ha pub- blicato parecchi versi, ed ha avuto mano in una traduzione del Paradiso perduto in ottave, stampata in Roma del ventidue (se non erro), della quale sentii leggere alcune stanze, che non mi parvero pessime. Credo anche morta sicuramente la Fantastici improvvisatrice. V’è poi a Bologna la Cornelia Rossi Marti- netti,2 autrice di un romanzetto in francese, YAmélie; che è la donna di maniere più amabili che abbia l’Italia. V’è la Caterina Franceschi Ferrucci, pure a Bologna, autrice di versi. A Modena FEleonora Reggianini, che scrive e stampa Cantiche e altri versi danteschi. A Roma la duchessa Altemps, nata contessa Fabri di Cesena, che ha pubblicato qualche prosa. Una giovane Fio- rini,3 di Frascati (o di quei contorni), lodata per molto valente in Botanica: vive pure in Roma. Ma di tutte le Donne italiane viventi che hanno scritto o avuto intenzione di scrivere qual- che cosa (ancora un sonetto), Ella troverà pienissima informa- zione in un Catalogo pubblicatone, in risposta a Lady Mor- gan,4 dalla Fachini Canonici, in una città, mi par, di Romagna, due o tre anni sono. Sono veramente ansioso d’intendere che l’incomodo del Papà sia cessato. Non gli scrivo direttamente, per non disturbarlo dalle sue continue occupazioni. Ma prego Lei di ringraziarlo tanto tanto delle righe che mi ha scritte, assicurarlo che mi sono state carissime, salutarlo teneramente per me, e dirgli che la spedi- zione fatta al Sartori colle copie della Crestomazia poetica ec. ancora non mi è giunta. Queste spedizioni vanno pure a gran- d’agio. Ella mi voglia sempre bene, e mi riverisca tutti i suoi. I miei la risalutano ben di cuore, ed avrebbero caro assai di poterla conoscere personalmente. Della mia salute non soggiungo nulla, per non annoiar Lei e me con questo discorso tristo.

Il suo cordial."10 s.'e ed amico vero.
Giacomo Leopardi