Da questo silenzio posso io pensar bene? scrivetemene, ve lo racco-
mando. La mia cara madre è tuttora qui meco e vi rimarrà finché non
si trovi affatto ristabilita, poiché la grave malattia che ha sofferta, esige
molti riguardi nella convalescenza. Sono però alcuni giorni che esce
di casa senza soffrirne. Il mio caro padre è a Bologna, e le notizie che
abbiamo di lui sono ottime. Il mio Ferdinando pure sta bene, e vi scri-
verà. Quanto alla mia salute vi assicuro che adesso è buona, e vi pro-
metto di fare qualche passeggiata per cacciare la melanconia. Emilietto
e Clelietta ci consolano: sono vigorosi e vispi e allegri, e promettono,
come le verdi pianticelle che appunto veggiamo a questi bei giorni di
primavera, di renderci buon frutto. Addio di tutto cuore. Scrivendomi,
datemi nuova della vostra famiglia
La vostra Adelaide
Amico Ottimo!
Non vi maravigliate del mio silenzio. Nuovi ordini, che si statui-
scono nella finanza, impediscono di concludere nulla intorno a nuove
spese. E nuova spesa sarebbe la cattedra, di cui vi ho tenuto discorso;
siccome quella che tace da molti anni. Io non voleva scrivervi che a
cose fatte, o assai bene incamminate: ma siamo tuttavia nelPordinare
la parte delle rendite per fine di far fronte ad esuberanti passività,
che stanno a carico dello Stato. Oh quanto mi è doloroso questo ritardo!
Voi che siete degno di tanto amore! voi che amo tanto! Voi che mi
conoscete, lo potrete più presto imaginare che io esprimere. Abbiate
pazienza ancora un poco: e speriamo. Forse i timori dell’Adelaide
saranno più giusti, ma io amo meglio di sperare che di temere. Vi scri-
verò quanto prima più a lungo. Intanto conservatemi la preziosa vostra
benevolenza; abbiate cura della vostra salute, e credetemi
Vostro vero ed affezionato Amico
F. Maestri
1467. |
A Francesco Puccinotti. |
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[Recanati] 19 Maggio [1829] |
Mio caro Puccinotti. Ti scrissi questo gennaio, ma veggo che
la lettera andò smarrita. Poi, alla cara tua degli ultimi di Feb-