Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/422

Da Wikisource.

braio, non risposi, perchè sperai di vederti presto. Ma io ti sto aspettando e sperando sempre, e m’inganno. Che fai tu ora? che scrivi? So che la tua fama cresce, e si fa ogni giorno meglio proporzionata al tuo merito: e di ciò sento una consolazione e un piacere, come se la cosa appartenesse a me proprio. Ma in fine, trova un momento da venire; che, dopo sei mesi, io oda per la prima volta una voce d’uomo e d’amico. Non so se mi conoscerai più; non mi riconosco io stesso, non son più io; la mala salute, e la tristezza di questo soggiorno orrendo, mi hanno finito. Nondimeno, ho ancor lena ed animo abbastanza per amarti e desiderarti sempre. Se vieni, ricordati di portarmi a vedere qualcuna delle tue cose ultime. Addio. T’abbraccio con tutto il cuore. Il tuo Leopardi

1468. Di Gian Pietro Vieusseux.
Firenze 21 maggio 1829.

Mio carissimo Leopardi. Solamente nella settimana passata è arri- vata la vostra Crestomazia poetica, che l’Antologia non trascurerà, cer- tamente. Tante sono le opinioni sul modo migliore di fare una simile Antologia che non mi fa meraviglia il sentire che vi è chi la critica - per me trovo molto comodo di avere riunite in due soli volumi tante belle e buone cose per leggere le quali conveniva prima cercare sparse in tanti volumi. Non il Manzoni, credo io, ma il Botta avrete per concorrente alla Crusca; chè il Botta ha effettivamente mandato il suo libro, che per la mole, sicuramente, ha sulle operette morali un immenso vantaggio. - Riguardo al Manzoni, egli, ne sono certo, non ha concorso. E vero bensì ch’egli gode un grandissimo favore presso S.A.I.R.; e che l’Ac- cademia della Crusca, in parte almeno, si compone di persone che non desiderano altro che l’occasione di farsi ben volere. Ma sin adesso non ho mai udita fare la supposizione che i promessi Sposi possano venire contemplati; mentre più volte ho sentito nominare il Botta. Del resto, io sto zitto, e mi guardo ben bene di manifestare i miei