Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/423

Da Wikisource.

dubbj - Certo è che se l’Accad. della Crusca, fedele al suo primitivo istituto, vorrà considerare prima di tutto la lingua e lo stile, nessuno po- trà contendere colle vostre operette morali; e ciò vi dico senza adulazio- ne; e senza presunzione, poiché è anche l’opinione di tutti i miei amici. In breve riceverete il mio fascicolo N°. 100 - importante per due articoli, l’uno sopra il Marco Polo del Baldelli, l’altro sulla Monaca. Il nostro Rosini non sarà molto contento del Montani. Quest’amico, dopo essersi posto a tavolino coll’intenzione di essere gentile per il continuatore di Manzoni, ha finito per impazientire, e per dire alcune buone verità che dispiaceranno fortemente; cosicché non sarà contento nè l’autore nè il pubblico. Se vi preme di far pervenire una lettera al Gioberti di Torino, manda- temela; glie la farò rimettere da un mio corrispondente. Se non vi preme, abbandoniamolo - il fatto si è che qui egli non ha scritto a nessuno. Il nostro marchese Gino Capponi è tornato da Roma, dove egli si è assai divertito durante il Conclave, e le cerimonie del Vaticano2 - egli ha frequentato molto il celebre De Chateaubriand; e bisogna convenire che pei tempi che corrono è cosa piccante un abboccamento con quel diplomatico -.3 Del resto il mio crocchio è sempre a poco presso sul medesimo piede, tour à tour piacevole ed uggioso secondo chi ci capita. Col Ciampi non è più stato possibile di accomodarsi -. Giordani, Forti, Capponi, Capei, Montani, Valeriani, Niccolini e Tom- maseo vi salutano. Cioni è a Pisa; ma, ogni volta che mi scrive mi chiede di voi -. Una persona che si fa informare di voi con molta premura è il buon Reynhold: egli è sempre a Berna. Il dì x.° di luglio s’aprirà in Firenze la Cassa di risparmio; e spero con ottimo successo -. Ciò è un altro passo fatto, e che avrà delle con- seguenze felici p[er] la Toscana. L’Antologia lo annunzia al pubblico; e l’esempio profitterà p[er] altre provincie - Voi sapete senza dubbio, che Mamiani è ritornato a Pesaro; ben contento, suppongo di non essere più vincolato dagli obblighi di un collegio militare piemontese. Termino la mia lettera senza toccare un capitolo che mi affligge immensamente: io non so cosa dirvi, mio caro amico - ed a cosa serve il dire, quando non dipende da noi il fare ciò che vorrebbe il nostro cuore? Io non posso dirvi avere avuto nuove fresche del Brighenti; ma so, da persona venuta da Bologna, ch’egli è sempre in buona salute, benché in tristissima situazione libraria - Scrivetegli dunque per reclamare i vostri libri - addio vostro aff amico Vieusseux