1479. |
Di Francesco Puccinotti. |
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[Macerata 22 Giugno 1829] |
Caro Leopardi
Zeffirino Re, della famiglia infelice degli studiosi, divoto della tua
fama, vuol conoscerti di persona. Anzi ti dirò che condannato qua nelle
marche a un posto di Cancelliere in Fabriano,1 il primo pensiero che
gli venne onde vendicarsi della fortuna avversa, fu quello di conoscer
te e stringere con te un’amicizia. Accoglilo dunque tra i pochi tuoi
amati; chè egli ne è degno, per essere di cuor sincero, di molta dot-
trina, e dotato di molte altre virtù. Troverai insomma in lui una di
quelle facce d’uomo (come tu le chiami) che sì rare volte ti si presen-
tano in cotesta tua solitudine. Io te lo raccomando; e quando dico que-
sto, dico che vorrei che tu non gli stessi chiuso nò concentrato, ma
che gli schiudessi per qualche ora i tesori del tuo immenso sapere.
Zeffirino Re è modesto, e però forse non saprebbe dirti ch’egli è
autore di lodati epigrammi, di alcuni capitoli satirici, e finalmente d’una
ristampa della Vita di Cola di Rienzo del Fortebracci,2 ridotta da lui
a miglior lezione, e arricchita di comenti storici e critici. Questo dun-
que te lo dico io, perchè tu altrettanto modestissimo tenga in qualche
conto la devozione che il Re ha concepito delle sublimi opere tue.
Addio mio caro Leopardi. Se tu non mi scrivi presto ci rivedremo.
Il tuo Puccinotli
Macerata 22 Giugno 1829
1480. |
A Giuseppe Manuzzi. |
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[Recanati 1. Luglio 1829.] |
Pregiatissimo signore
Ella ha fatto un bel dono all’Italia pubblicando l’opuscolo
del padre Cesari; e a me, che ho ricevuto l’esemplare colla let-
tera gentile di V. Signoria, ha fatto un dono e un favore di cui
le sono tenuto cordialmente, e la ringrazio con ogni efficacia.
Vorrei dirle molte cose in proposito della lettera1 che Ella ha