Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/467

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1507. Di Pietro Giordani.
Firenze 15. Novembre [1829]

Mio caro Carissimo. Nè a Piacenza, nè qui prima di andare a Pia- cenza ebbi tue lettere. Ti sono gratissimo per la tua dei 20. Ottobre. Ma non voglio che ti affatichi per me: ne’ caro, abbiti ogni cura, e risparmiati in tutto. Ma la bontà della Contessa Paolina non si gra- verà di mandarmi qualche volta una riga di tue nuove. E Lei e Car- lino saluto mille volte. Gli amici ti salutano tutti cordialmente. La Len- zoni ha risoluto di non andare quest’inverno a Roma. Colletta è in una campagna vicino un miglio a Livorno; e con salute sufficiente. Nicolini ha finita la sua tragedia de’ Vespri Siciliani;1 e pensa di farla recitare e stampare. Io ti amo con tutto il cuore, e ti abbraccio senza fine. Brighenti è a Modena colla famiglia; e la prima Figlia canta nel teatro di Corte; nel Carnevale canterà in Piacenza. Dio faccia che almeno da questa parte trovino un poco di fortuna. Addio addio.

1508. A Pietro Colletta.
Recanati 22 Novembre 1829.

Mio caro Generale La vostra dei 31 di Ottobre mi ha recato un gran conforto, e come nuovo segno della pietà vostra verso di me, e più ancora perchè mi ha racquietato un poco circa la vostra salute, della quale io stava in gran pena. Ora ne ho buona speranza, perchè mi pare d’aver potuto conoscere che la stagione fredda vi si con- viene finalmente meglio che la calda. Voi sì veramente avete bisogno di moli, come dite, da stare all’ombra. La mole e il monu- mento, aere perennius, sarà la vostra Storia, alla quale mi ralle- gro che sieno cresciuti due libri: e Dio sa quanto goderei a sen- tirla leggere. Ma vi giuro che io non veggo nè possibilità nè speranza di lasciare questo esecrato soggiorno: sebbene oramai