Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/470

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derio anche de’ suoi più affezionati che me lo dimandano, Giordani Forti, e Buonarroti; e a questi si uniscono ancora i componenti la mia Famiglia, i quali le fanno molti ossequj. Io ho passato un anno ben tristo, cominciando da una forte Malat- tia, di coliche sofferta in Napoli, e dopo tornata in Patria accadde una disgrazia al mio secondo Figlio di rompersi una Rotula del ginocchio. La cura ha avuto un felice esito, ma io ne ebbi tanto disturbo, che mi cagionò le febbri solite, le quali mi hanno durato due mesi, e mi hanno impedito di lasciare il pessimo clima di Firenze, il quale diviene sempre peggiore, e m’impedisce di non sortire punto di casa, per non almeno ammalarmi, sebbene questa vita carcerata mi nuoce assai. Fondo dunque le mie speranze, in un felice anno, in quello che va a venire. Tale lo desidera con tutto il cuore a Lei chi si pregia di essere Sua Devotis.ma ed Aff.n’“ Amica Carlotta de’ Medici Lenzoni Firenze il di 20 Xbre 1829

1512. Di Antonietta Tommasini.
[s.d., ma Parma, inverno 1829-30]

Mio caro Amico. Come dar principio a questa lettera dopo un così prolungato silenzio? chi crederebbe che mai un giorno sia passato da che vi scrissi, senza ch’io vi abbia ricordato nell’animo? oh mio caro! Voi di certo Io crederete conoscendo la molta mia amicizia per voi, e sapendo il mio traslocamento da una città all’altra, quindi una fatica non proporzionata alle mie forze ed alla mia poca salute, cosichè ho dovuto giacere per più giorni a letto inferma di reuma al capo. Ora comincio a star meglio, e subito ho voluto scrivervi, per soddisfare ad un vero bisogno del mio animo dandovi le mie nuove, e pregarvi in nome di nostra amicizia a volermi consolare de’ vostri caratteri, e dirmi sinceramente lo stato del vostro morale il quale ha tanta parte nel fisico. Tornando in Patria avrei creduto di dover essere felice; sì perchè sono riunita per sempre ai miei figli, e sì perchè non lasciano gli amici di farmi conoscere quanto amino la mia famiglia: ma pur- troppo sento il dispiacere d’essere tanto più lontana da un amico quale