Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/480

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pardi. Ma come non avete voi ricevuta la lettera ch’io vi feci scrivere da Paolina in risposta alla vostra lettera dei 7 Gennaio? - NeU’articolo del Tommaseo sottoscritto un italiano trovo il modo di pensare e di scrivere proprio e consueto di quell’au- tore -1 II vro fascicolo di 9bre e Xbre è pieno pienissimo di cose come tutti gli altri. Vi giuro che quando io penso che un giornale simile, in questo secolo, si fa e si pubblica in Italia, mi par di sognare. Vera e bella e maravigliosa creazione è que- sta vostra. - Gli articoli di Leoni sono scritti con molto calore di sentimenti e molta chiarezza d’espressione: credo certamente che quel giovane vi riuscirà un buono ed utile collaboratore. - Addio, mio tenero ed inapprezzabile amico. Io non posso nulla, non sono nulla; ma la sterile gratitudine che posso por- tare e promettere al vro amore, siate certo che è somma, e che sarà eterna. Vi abbraccio con lacrime. Il vostro Leopardi. E Paolina la saluta, la riverisce di cuore, e le si protesta devo- tissima serva.

1522. A Gian Pietro Vieusseux.
[Recanati 21. Marzo 1830.]

Mio carissimo amico Son risoluto, con quei pochi danari che mi avanzarono quando io potca lavorare, di pormi in viaggio per cercar salute o morire, e a Recanati non ritornare mai più. Non farò distinzion di mestieri; ogni condizione conciliabile colla mia salute mi con- verrà: non guarderò ad umiliazioni; perchè non si dà umilia- zione o avvilimento maggiore di quello ch’io soffro vivendo in questo centro dell’inciviltà e dell’ignoranza europea. Io non ho più che perdere, e ponendo anche a rischio questa mia vita, non rischio che di guadagnare. Ditemi con tutta sincerità se credete che costì potrei trovar da campare dando lezioni o trattenimenti