Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/541

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•^adi 19^ Un decreto del Govno chiama immediatam.0 a Bologna i Deputati delle Provincie per formarvi l’assemblea Naz.c e a Recanati tocca spe- dirne uno pel tutto il suo Distretto, composto di circa 36 mila abi- tanti. Tutti i Deputati saranno per ora 64. Oggi qui si terrà consiglio per la elezione, e sento che si pensi ad eleggere voi. Non sò se riuscirò a persuadere che voi non accetterete, sicché pensino ad altri. In caso contrario riceverete avviso d’uffizio con la posta futura. Vivo quieto perchè conosco i vri sentimenti e voi conoscete i miei. Ritenuto però che non dobbiate assolutami esporvi ad un viaggio, e ad un uffi- cio che sono pericolosi in questo momento, o che lo possono essere, non vi mancherà modo di rispondere con cortesia e corrispondendo a tutti i riguardi = Addio.

1600. A Monaldo Leopardi.
Firenze 21 Marzo [1831]

Mio caro Papà. Dalla crha sua degli n.1 mi avvedo ch’Ella è stata in pena sul conto mio, cosa alla quale, non so come, io non aveva pensato, altrimenti mi sarei data più premura di scriver costì. La ringrazio teneramente delle sue amorosissime espres- sioni. Qui tutto è, e speriamo che sarà sempre tranquillissimo. Oggi o dimani passano di qua 4000 austriaci diretti verso Forlì per la via de’ monti. Io sto passabilmente, ma gli occhi non mi lasciano far nulla nulla: perciò non posso se non ricordare a Lei, alla cara Mamma e ai cari fratelli, l’amore del loro Giacomo. Desidero esser tenuto al corrente delle nuove loro, per mia quiete. Non è vero (che qui si sappia) che Giordani sia mai stato a Bologna ultimamente. Io aveva deciso di andare a passare tutta la buona stagione a Parma, per provare di curarmi seria- mente sotto Tommasini; ma lo stato delle cose essendo troppo incerto, prevedo che non mi moverò di Toscana.