Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/544

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tenersi a Bologna, secondo mi viene notificato dal lor venerato dispaccio del 21 cadente. Suppongo ora le SS.VV. informate della occupazione di Bologna fatta già molti giorni addietro dalle 1 ruppe austriache, e della partenza del Governo Provvisorio da quella città, per porre la sua residenza in luogo più sicuro. Di questo luogo, il quale anco sembra cambiarsi di giorno in giorno, non è facile qui aver notizia precisa, e impossibile poi sarebbe ottenere passaporti a quella volta. Le circostanze cambiate ren- dono dunque, almeno per il momento, ineseguibili le disposi- zioni delle SS.VV. Illme a me relative, ma non distruggono nè la gratitudine ben viva che io sento alla confidenza dimostra- tami da esse SS.VV., nè il desiderio ardentissimo di servire cote- sta mia patria, a qualunque mio costo e fatica, ogni volta che lo consentano i tempi, e che l’opera mia non paia dover essere, come in questo caso, del tutto fuori di luogo. Sono con profondo rispetto Delle Signorie Vostre Illme Umo, Dmo, Obmo Sre. Giacomo Leopardi Firenze 29 Marzo 1831.

1604. A Monaldo Leopardi.
Firenze 29 marzo [1831]

Mio caro Papà. Spero ch’Ella sarà contenta dell’acclusa,1 ch’Ella suggellerà. Desidero però sommamente che la città e la provincia si scordino ora totalmente di me e de’ miei: creda p[er] certo che non possono farci cosa più vantaggiosa. Io sto benino, (ìli austriaci sono a Rimini. Io le scrissi già pochi ordinarli addietro. Il suo Giacomo. Fatta la risposta, vedo p[er] notizie più recenti, che forse gli Austriaci saranno costì prima della presente. Credo perciò bastare, che Ella m[edesima] risponda questo in mio nome,