Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/555

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1612. A Monaldo Leopardi.
Firenze 19 Maggio 1831.

Mio caro Papà Dalla cma sua dei 5 veggo che Ella non ha ricevuta la mia del 29 Marzo responsiva alle sue del 19 e del 21. Avrei moltis- simo desiderato ancor io ch’Ella potesse portarsi a Roma nelle circostanze attuali p[er] assistere co’ suoi lumi il governo, che certo non abbonda d’ingegni capaci di fare il bene fra tante dif- ficoltà. Ma pur troppo la sventura del nostro Stato farà che anche il momento presente passerà senza alcun frutto. Io sto straor- dinariamente bene per la straordinaria bontà della stagione, che qui da 3 mesi e mezzo è perfetta e non interrotta primavera. Ma nè occhi nè testa non hanno ricuperato un solo menomas- simo atomo delle loro facoltà, perdute certamente p[er] sem- pre. Ella mi raccofmandi al Signore,] e così la Mamma e i fra- telli. Mi benedica, la prego con [tutto l’animo, e mi cr]eda' il suo tenero Giacomo.

1613. Di Antonio Gi-ierardini.
[Firenze, Di Casa li 19. Maggio 1831]

Sig. Conte Gentil."10 Sono dolente di trovarmi in posizione di dovere per una seconda volta chiederle scusa del ritardo delle promesse notizie sui Satirici Toscani moderni, ma ho per altro la sodisfazione di annunziarle che le notizie medesime sono già scritte, in quel miglior modo che per me potevasi, e sono nelle mani del copista, il quale ha già l’ordine di riporle nelle di lei mani appena messe a polito, lo che sarà prima di domenica prossima. Mentre io sodisfo al dovere di darle questo discarico mi rinnuovo il vantaggio di protestarmi Devot."10 Servit.e Av.° Ant.° Gherardini Di Casa li 19. Maggio 1831