Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/556

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1614. Di Alessandro Poerio.
[Parigi a’ 22 Maggio 1831]

Caro Leopardi. Debbo ringraziarti con tutta l’anima dell’affettuoso saluto scritto a piè della lettera del nostro Ranieri, ma nel tempo stesso raccogliere tutta l’ira, di cui sono capace contro a te per lagnarmi di una tua grave dimenticanza. Hai mandato a Sinner i tuoi bellissimi Canti,1 e nel mandarli non hai pensato a me, che tanto gli ammiro. Mostrami il tuo pentimento col rimettermi a posta corrente un esemplare del tuo libro. Sinner m’incarica di salutarti a nome suo. Egli spera che la tua salute sia tale da potergli rispondere, poiché tempo addietro ti scrisse a lungo. Egli ti è sinceramente affezionato, e si occupa di far tradurre in fran- cese, ed in tedesco alcuni tuoi scritti così di prosa come di verso. Amami, carissimo Leopardi, e mandami pegno deH’amor tuo que’ Canti depositari di una parte del tuo mirabile ingegno. Il tuo aff. Alessandro Poerio Parigi a’ 22 Maggio 1831

1615. Di Antonio Gherardini.
[Fiesole 23. Maggio 1831.]

Gentil."10 Sig.r Conte Eccole le notizie richieste sopra i nostri Satirici Toscani da 50 anni in qua: io gliele rimetto insieme con alcune osservazioni gettate alla peggio senza pretensione e senza studio affinchè Ella ne faccia quel conto che stimerà poter meritare. Avrei potuto aggiungere ai Satirici di un ordine distinto da me mentovati qualche altro scrittore in quel medesimo genere di Poesia, di minor valore certamente, ma pure degno di onorevole menzione, perchè nella nostra Toscana vi sono non pochi che hanno scritto assai bene, ma i loro nomi sono restati nell’oscurità perchè paghi del plauso degli amici non hanno rese le loro produzioni di pubblica ragione con le stampe. Pure accennerò a Lei uno di tali scrittori da me trascurato nelle notizie appunto perchè affatto scono-