Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/56

Da Wikisource.

E quando, mio buon Amico, verrai a rivedere Bologna, e a conso- lar me che ti desidero tanto tanto. Ora no, chè non ti vorrei sapere in viaggio per tutto l’oro del mondo, atteso la orrenda stagione, ma alla primavera potrò sperar di vederti? Dammene certezza, se vuoi con- solarmi. La mia famiglia m’impone di riverirti senza fine, ed io con tutto l’animo ti abbraccio e mi confermo per la vita il tuo P. Brighenti

1050. A Pietro Brighenti.
Recanati 7 Marzo 1827.

Mio carissimo. Ti sono veramente grato dei volumi del Monti, i quali accetto come tuo puro e grazioso dono, non come pre- mio delle ridicole cure date da me a quella edizione; le quali mi sarebbe stato assai caro di poter continuare sino alla fine. Riterrai quanto potrà mai piacerti i due volumi prestati: se fos- sero miei (che sai già che non sono) intendi bene che non dovresti pensare di rimandarli mai. Non mancherò di fare il possibile per divulgare in queste parti i tuoi manifesti. Quando mi scrivi, dimmi che mezzo hai usato per mandarmi il pacco; acciocché io possa farne ricerca, occorrendo. Ho avuto molto caro d’in- tendere del legato fatto a favore del buon Pepoli. Se lo vedi, non dimenticare di salutarlo tanto tanto a mio nome; e così Mar- chetti. Mi è dispiaciuto, per cagion tua, di sentire della ristampa di Firenze. Crederei però che non dovesse portarti gran pre- giudizio, per due circostanze: 1. che chi ha comprate le Can- zoni, non vorrà ricomprarle, e piuttosto piglierà il tuo libretto, 2. che in Lombardia, dove le Canzoni non possono entrare, il libro di Firenze non entrerà, e i Versi entreranno. Se questa ristampa è vera, fammi il favore di proccurarmene una copia per conto mio, e spedirmela p[er] la posta al più presto. Allora io non ricuserò di fare quello che possa tornare in tuo vantag- gio, circa il dolermi nei Giornali. Parleremo della edizione delle