glia in questo lunghissimo intervallo di silenzio d’ambedue noi!
Finalmente il Toschi,1 dal quale io era stato a posta per inten-
dere qualche cosa di voi altri, mi aveva dato in parte le nuove
vostre, che quantunque non liete, pure mi avevano quietato un
poco l’animo. Di quello che avete sofferto e che soffrite ancora
non mi condolgo qui con parole: ma sapete bene quanta parte
riceva il cuor mio d’ogni vostro dolore. Ma come state adesso
della salute? Come sta l’ottimo, incomparabile professor Tom-
masini? il quale saluto ed abbraccio con tutto lo spirito, pre-
gando voi a raccomandarmi caldamente alla sua memoria. Come
stanno l’Adelaide e Ferdinando? Io vi chieggo scusa novamente
dell’incomodo che mi trovai sforzato a darvi per un mio amico,
e vi ringrazio della bontà che usaste nel favorirmi. Anche vi
ringrazio tante e tante volte dei nomi che mi trascrivete di nuovi
associati. Dal nostro Giordani, al quale ho scritto recentemente,
saprete, o avete già saputo le nuove della mia salute. Dio sa
quanto sia grande il mio desiderio di rivedervi. E questo inverno
passato ebbi ferma intenzione di fare in modo di rivedervi a
primavera, ma i tempi non vollero. Addio, cara Antonietta. Salu-
tate tutti i vostri tenerissimamente, anche i bambini; salutate
Giordani, se lo vedete; e vogliatemi sempre bene. Addio con
tutto il cuore.
Il vostro Leopardi.
1635. |
Di Giovanni Rosini. |
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A. Carmo
Ebbi dalla Sig. Carlotta le vostre nuove; e ora v’invio franche le
stampe dell’Elogio del Pindemonte. Pregovi di non rimandarle, ma
di volermi indicare pag. p[er] pagina quel che vi parrà meglio. Pregovi
a farlo p[er] domenica. - Ho trovato una lettera di la Martine [sic],
p[er] la bella Signora, di cui aspetto il nome: entendez-vous? - Addio.