Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/573

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glia in questo lunghissimo intervallo di silenzio d’ambedue noi! Finalmente il Toschi,1 dal quale io era stato a posta per inten- dere qualche cosa di voi altri, mi aveva dato in parte le nuove vostre, che quantunque non liete, pure mi avevano quietato un poco l’animo. Di quello che avete sofferto e che soffrite ancora non mi condolgo qui con parole: ma sapete bene quanta parte riceva il cuor mio d’ogni vostro dolore. Ma come state adesso della salute? Come sta l’ottimo, incomparabile professor Tom- masini? il quale saluto ed abbraccio con tutto lo spirito, pre- gando voi a raccomandarmi caldamente alla sua memoria. Come stanno l’Adelaide e Ferdinando? Io vi chieggo scusa novamente dell’incomodo che mi trovai sforzato a darvi per un mio amico, e vi ringrazio della bontà che usaste nel favorirmi. Anche vi ringrazio tante e tante volte dei nomi che mi trascrivete di nuovi associati. Dal nostro Giordani, al quale ho scritto recentemente, saprete, o avete già saputo le nuove della mia salute. Dio sa quanto sia grande il mio desiderio di rivedervi. E questo inverno passato ebbi ferma intenzione di fare in modo di rivedervi a primavera, ma i tempi non vollero. Addio, cara Antonietta. Salu- tate tutti i vostri tenerissimamente, anche i bambini; salutate Giordani, se lo vedete; e vogliatemi sempre bene. Addio con tutto il cuore. Il vostro Leopardi.

1635. Di Giovanni Rosini.
Pisa 6 Luglio 1831

A. Carmo Ebbi dalla Sig. Carlotta le vostre nuove; e ora v’invio franche le stampe dell’Elogio del Pindemonte. Pregovi di non rimandarle, ma di volermi indicare pag. p[er] pagina quel che vi parrà meglio. Pregovi a farlo p[er] domenica. - Ho trovato una lettera di la Martine [sic], p[er] la bella Signora, di cui aspetto il nome: entendez-vous? - Addio.