mi spaventa; alle quali si aggiunsero spesso molti mali nel corpo. Ora
sono libero dagli uni, e dagli altri; e posso attendere mediocremente
agli studi, e ridere cogli amici di quel sollevamento d’animo, che avrà
fatto ridere voi, e altri amici, quando io da maledetto senno piangeva.
Sto studiando filosofia, e preparando in essa qualche lavoro, confor-
tato per una parte, dai concetti che mi nascono in capo, alcuni de’
quali mi pajono di qualche rilievo, ma sfiduciato per l’altra, e dispe-
rato all’età in cui sono, e in questa moltitudine che debbo rivolgere
di libri francesi, e inglesi, o latini alla tedesca, o italiani alla foggia
dei gallizzanti, di poter pervenire a scrivere con qualche bontà di lin-
gua, e di elocuzione; poiché, piuttosto che scriver male come si fa dai
più, sono risoluto fermamente di non scriver nulla. Addio, mio caro
Leopardi il foglio è pieno, e mi convien lasciarvi. Io m’accorgo d’es-
sere stato indiscretissimo a scrivervi così a lungo; ma scrivendovi, mi
pare quasi di essere, e di parlare con voi. Fatemi, ve ne scongiuro,
sapere in qualche modo delle vostre nuove. Salutate i signori Vieus-
seux, e Deocheda [.sic];4 e se me ne credete degno, eziandio il sig. Pie-
tro Giordani.
V. Gioberti
1654. |
Di Giacomo Mosconi. |
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Verona a’ dì 5 8bre 1831. |
Pregiatissimo Signor Conte
Non ho lasciato di fare le più scrupolose ricerche a fine di ser-
virla,1 ma or debbo mio malgrado significarle che tutte sono andate
a vuoto. Qui in Verona vi sono tante persone, studiose di raccogliere
gli autografi de’ celebri autori, e specialmente de’ nostri, che hanno
spigolato quanto si potea trovare d’essi, e ne sono poi sì gelosi, e direi
avari, che piuttosto potrebbesi loro carpire oro, che una riga del Maf-
fei del Torelli, o di qualunque altro. Ciò nondimeno, quando noi si
pensa accade talvolta d’ottenere ciò che le preghiere non poterono;
ed io per tal ragione non ho ancora deposta la speranza di mandarle
un giorno, o l’altro ciò che codesta sua Signora desidera. Frattanto
si persuada ella Signor Conte, che le sue commissioni mi stanno a cuore,
e che se il desiderio bastasse io l’avrei già da gran tempo servita.