nati così il quad.no di gennaio come quel di febbraio del N. Ricogli-
tore. Senta da codesto offizio postale da che possa nascere la man-
canza, e si supplirà in qualche modo affine ch’Ella non ne resti priva.
I due fogli delle Operette morali li ho spediti in due ordinari un
dopo l’altro. Probabilmente il primo avrà fatto una stazione a Bolo-
gna. Li ho già ricevuti di ritorno. Spero domani sera potergliene man-
dare un altro. Se la stamperia che ha l’incarico di quest’opera non fosse
scarsa di carattere, gliene manderei due ed anche tre alla volta.
Mi rallegro ch’Ella sia a buon porto coll’Antologia, e che presto
Ella sarà più vicina a Milano.
Coi saluti della mia famiglia le accompagno i ringraziamenti del
mio Luigi. Mille cose cordiali alla sua. Mi ami e mi creda sempre
Il suo vecchio cord.mo am.co e servo
Ant.° Fort.0 Stella
P. S. Mi scrivono da Firenze che il Borghi traduttor di Pindaro fa
eseguir colà una ristampa del di Lei Petrarca. Questo onore fatto
all’Autore della Interpretazione ridonda tutto a danno del libraio. Ma
a questo danno era già preparato, perchè i pirati tipografi che hanno
un po’ di gusto, e che in Italia non hanno alcun freno vanno a caccia
del buono soltanto.
1053. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Recanati, 29 [ma 24] Marzo 1827. |
Mi ha dato vero dispiacere l’intendere quel ch’ella mi dice
nella carissima sua 13 spirante, della ristampa del Petrarca. La
Toscana è ormai divenuta infame per queste ladronerie, che
quantunque onestate col titolo di letterarie, non sono meno diso-
neste, nè men vere ladronerie che le civili, e ridondano in mani-
festo danno, non solo dei privati librai, ma della letteratura ita-
liana in genere, come è stato osservato e provato mille volte.
Se ella sapesse (il che non credo) che io, come autore avessi qual-
che possibilità, non dirò d’impedire, ma almeno di contrariare
questa ristampa, me ne avvisi, e mi spieghi il come, che io ben
volentieri farò a quest’effetto ogni mio potere.